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MORBIO INFERIORE Quell'appuntamento col presunto omicida

27.11.24 - 12:24
Alle 15 un artigiano avrebbe dovuto effettuare un lavoro nella casa in cui è morta una 65enne. A contattarlo era stato lo stesso cognato.
Tio.ch
Quell'appuntamento col presunto omicida
Alle 15 un artigiano avrebbe dovuto effettuare un lavoro nella casa in cui è morta una 65enne. A contattarlo era stato lo stesso cognato.

MORBIO INFERIORE - Via Campo Sportivo a Morbio Inferiore. Martedì 26 novembre. La strada è sbarrata dai nastri della polizia. Nel corso della mattinata una donna è stata trovata morta. Si parla di possibile omicidio. A spingerla dalle scale sarebbe stato il cognato. La donna era ospite presso l'abitazione della sorella per un periodo di convalescenza. 

«Qui non si passa» – Sul posto si assiste a una scena curiosa. Alle tre meno dieci arriva un'auto. È quella di un artigiano. Uno spazzacamino. Un poliziotto lo ferma. L'artigiano gli dice che ha un appuntamento con un signore. Il nome è quello del cognato della vittima. L'agente replica con un diplomatico «non c'è nessuno in casa, non si può passare, mi spiace». 

Non sapeva nulla – L'artigiano ci resta male. Non capisce. Ha trascorso una giornata lavorativa intensa fino a quel momento e non ha avuto il tempo di informarsi in alcun modo. Qualcuno lo invita a guardare i siti online. Lui ne apre uno e ci resta di sasso. «Ma come? Sarà mica lui?». 

La telefonata – Occhi sgranati. E sgomento. L'artigiano è spaesato. Ci racconta di avere ricevuto una telefonata da quell'uomo proprio al mattino. Probabilmente prima dell'episodio che ha portato alla morte della 65enne. «Non ci posso credere, mi ha chiamato stamattina. Avevo appuntamento alle tre», sussurra. 

L'accusa – Questa vicenda marginale rappresenta un tassello del mosaico che gli inquirenti stanno cercando di ricomporre? Il cognato della vittima, un 68enne ex funzionario doganale, ora è in stato di arresto. Non solo: adesso è accusato di omicidio intenzionale. 

Che peso dare a questo dettaglio? – A questo punto il fatto di avere chiamato l'artigiano, e dunque di avere teoricamente in mente di trascorrere una giornata "normale", rappresenta un alibi? Oppure sarà una ragione per cui escludere, in un secondo tempo, l'intenzionalità del gesto? Quanto e come peserà eventualmente la testimonianza dell'artigiano? 

Si prendeva cura della vittima – Nel quartiere continuano a descrivere il presunto omicida come un uomo estremamente tranquillo. Un esempio attivo anche come presidente di un club sportivo della regione. Una persona capace di prendersi cura della sorella della moglie. La donna si era trasferita da qualche mese proprio a casa sua, in via Campo Sportivo. La sorella e il cognato l'avevano accolta per poterla aiutare, viste le sue precarie condizioni di salute. 

Dedizione – La vittima, italiana che viveva a Milano fino a qualche tempo prima, aveva subito alcune delicate operazioni che la costringevano a spostarsi con un girello. Aveva anche diverse necessità. Doveva spesso essere portata a fare visite mediche. E, stando ai vicini e agli amici, era proprio il cognato in prima persona a occuparsi spesso di questo compito. Anche con una certa dedizione. 

Quante domande senza risposta – Difficile capire come tutto questo sia culminato in un omicidio. Forse alla base c'è un raptus? Forse un gesto di esasperazione dovuto a una convivenza che stava diventando impegnativa? Domande per ora senza risposta.

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