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CANTONELicenziata per un tweet? «Solo uno dei motivi»

11.12.24 - 16:59
L'associazione ticinese dei giornalisti interviene sul caso di Paola Nurnberg e ne ha un po' per tutti.
TiPress/Archivio
Licenziata per un tweet? «Solo uno dei motivi»
L'associazione ticinese dei giornalisti interviene sul caso di Paola Nurnberg e ne ha un po' per tutti.

LUGANO - A una settimana dalla notizia del licenziamento di Paola Nurnberg, ormai ex volto e voce dell'informazione della Rsi, l'associazione ticinese dei giornalisti (ATG) prende parola.

E lo fa, in primis, per rispondere alle affermazioni del sindacalista di Unia Matteo Poretti, secondo il quale «a questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della RSI».

Per L'ATG, l'affermazione di Poretti è pregiudizievole e «getta gratuitamente ombre su tutti i collaboratori dell’azienda».

Contraddicendo le dichiarazioni del sindacalista - che durante l'intervista ha affermato di avere una ricca documentazione attestante post analoghi a quelli di Nurnberg e pubblicati da responsabili RSI -, l'ATG ritiene che «nella stragrande maggioranza dei casi», gli stessi «evitano di pubblicare opinioni proprie in ambito politico sui social media».

«Altra cosa invece - viene sottolineato dall’associazione di categoria - è esprimere un proprio giudizio personale in ambito politico, tanto più durante un'importante campagna elettorale, quella per le elezioni federali dell’autunno 2023, come è capitato per il post in questione».

Infine la precisazione in relazione alla cessazione del rapporto di lavoro con la giornalista: «Per quanto ci è dato di sapere, il licenziamento della collega ha ragioni più complesse e il tweet contestato è solo uno dei motivi del provvedimento». E questo, in realtà, traspariva anche dall'articolo stesso. Semmai, non è stato possibile chiarire quali fossero questi motivi altri.

Non manca, in conclusione, un piccolo rimprovero anche verso la RSI che, viene aggiunto «deve vigilare maggiormente anche su quella stretta minoranza di collaboratori che di, tanto in tanto, non rispetta le regole interne per quanto riguarda l’uso dei social media».

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