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CANTONECaso Nurnberg, Unia risponde all'ATG: «A che gioco vi state prestando?»

12.12.24 - 18:01
La replica severa dopo i rimproveri mossi nei confronti del sindacalista: «Date lezioni di deontologia, ma non ci avete nemmeno contattato»
Archivio/TiPress
Caso Nurnberg, Unia risponde all'ATG: «A che gioco vi state prestando?»
La replica severa dopo i rimproveri mossi nei confronti del sindacalista: «Date lezioni di deontologia, ma non ci avete nemmeno contattato»
Il presidente di ATG: «Quel tweet è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

LUGANO - Il rimbrotto dell'associazione ticinese dei giornalisti (ATG) al sindacalista Matteo Poretti - in relazione alle dichiarazioni rilasciate in difesa delle ex volto Rsi Paola Nurnberg -, non è andato giù ad Unia. Così come non sono stati ben digeriti i toni usati verso la giornalista stessa, formalmente lasciata a casa per un tweet a sfondo politico.

Dopo la presa di posizione diffusa nella serata di ieri dall'ATG, è Vincenzo Cicero, responsabile della Sezione Sottoceneri di Unia, a prendere parola.
«Consideriamo necessario intervenire per bloccare sul nascere quello che sembra l’inizio di una campagna tesa a discreditare, diffondendo sospetti e voci calunniose, la giornalista Paola Nurnberg, vittima di un licenziamento brutale da parte della RSI».

Qual è stata la reazione al comunicato dell'ATG?
«Lascia basiti che a questo gioco si presti un’organizzazione quale l’associazione ticinese dei giornalisti. Tra l'altro attraverso un comunicato senza neppure una firma dei suoi responsabili cantonali e che non ha nemmeno il buon gusto o l’educazione di esprimere una parola di solidarietà per una collega licenziata dopo 15 anni di attività presso la RSI».

Che scopo aveva secondo lei questa presa di posizione?
«Evidentemente quello di insinuare il sospetto che dietro il licenziamento ci siano “ragioni più complesse”. All’ATG chiediamo semplicemente: elencate queste “ragioni più complesse” producendo documenti, riscontri oggettivi, ecc...».

Sono arrivati rimproveri un po' per tutti...
«ATG scrive – anzi dà lezioni di deontologia – sottolineando che "ai giornalisti, giustamente, è richiesta la verifica delle fonti»". A quali “fonti” si è abbeverata ATG quando afferma che "Per quanto ci è dato di sapere, il licenziamento della collega ha ragioni più complesse e il tweet contestato è solo uno dei motivi del provvedimento"? Ha forse chiesto a Paola Nurnberg di visionare la sua lettera di licenziamento? Ha contattato il sindacato Unia per prendere visione del voluminoso incarto che riguarda la loro collega? Ha chiesto alla direzione della RSI una copia del dossier personale? Assolutamente no! ATG non ha verificato un bel niente!».

Siete sicuri che non abbiano fatto un minimo di verifiche?
«Se avessero verificato la lettera di licenziamento avrebbero visto che il motivo formale di questa scelta è appunto il famoso tweet in questione! Se avessero verificato il dossier personale di Paola Numberg avrebbero visto che questo era totalmente immacolato: neppure un richiamo scritto formale in quindici anni di carriera in RSI!».

Su cosa si basano allora le accuse di ATG?
«Ovviamente sul nulla, perché l’obiettivo di questa presa di posizione è avviare una campagna strisciante di delegittimazione: riprodurre voci, insinuare dubbi, senza esplicitarli».

Qual è la vostra posizione, il vostro ruolo, in tutta questa storia?
«Il sindacato Unia ha deciso di sostenere la propria associata Paola Nurnberg proprio perché dopo un’approfondita analisi, una procedura durata più di un anno, è arrivato alla conclusione che non solo erano stati infranti i diritti di una lavoratrice ma anche la sua dignità professionale».

Per quanto riguarda le critiche alle dichiarazioni del vostro sindacalista?
«In merito all’affermazione fatta dal nostro collega Matteo Poretti secondo cui "a questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della RSI"... Si tratta evidentemente di un’iperbole, una figura retorica usata per rendere più incisivo il proprio discorso. La volontà era quella di enfatizzare l’assoluta mancanza di proporzionalità nel licenziamento di Paola Nurnberg. La sua affermazione deve essere letta in questo modo: "Se bastasse un tweet per licenziare, allora non sarebbe stato l’unico caso nel quale è stata presa una misura così drastica"».

Qual è il vostro pensiero su tutta questa storia?
«Tutto ciò dimostra che Paola è stata vittima di una procedura costruita ad arte per estrometterla dalla RSI. Inutile e puerile che ATG cerchi di far apparire questa affermazione come un attacco scriteriato di Unia contro “tutti i collaboratori dell’azienda”. Concludiamo segnalando ad ATG che Unia deve sentire in primo luogo la “campana” dei dipendenti perché la difesa dei loro interessi è l’essenza stessa del suo essere sindacato. È un’evidenza della quale andiamo fieri. Questo non ci esime dal prendere in seria considerazione i fatti, i riscontri oggettivi e confrontarci con la controparte. Ci chiediamo, invece, quale “campana” ascolti ATG… Quella di Comano?».

ATG non ha fatto verifiche? Lo abbiamo chiesto al suo presidente, Roberto Porta giornalista responsabile della redazione di Modem della RSI: «L'associazione ticinese dei giornalisti è testimone di più casi di tensioni, in seno all'azienda, che hanno portato alla rottura del rapporto di fiducia con l'ex dipendente», spiega. «Quel tweet - conclude Porta - è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo il comunicato di ieri mi sono arrivati numerosi ringraziamenti da parte di dipendenti che, sprattutto in un momento come questo, in cui l'azienda è sotto attacco politico, si sono sentiti offesi dalle dichiarazioni di Poretti».

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