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Se ad operarti al ginocchio è... un robot

GRAVESANOSe ad operarti al ginocchio è... un robot

17.12.24 - 16:52
Novità nel panorama medico ticinese il VELYSTM della Johnson&Johnson, siamo andati a vedere come funziona all'Ars Medica di Gravesano
Tio/ 20 minuti - Davide Giordano
Se ad operarti al ginocchio è... un robot
Novità nel panorama medico ticinese il VELYSTM della Johnson&Johnson, siamo andati a vedere come funziona all'Ars Medica di Gravesano

GRAVESANO - Un'operazione non semplice a una parte del corpo (il ginocchio) estremamente delicata, e a metterci mano... è un robot.

Succederà proprio questo alla clinica Ars Medica di Gravesano che si è recentemente dotata di un dispositivo VELYSTM della Johnson&Johnson MedTech. Una novità, questa, che non sarà un unicum a livello ticinese.

Ma con un dispositivo del genere, come cambia il lavoro degli specialisti? «Con il robot cambia di parecchio il nostro lavoro. Ad esempio grazie al robot abbiamo la possibilità di valutare intraoperatoriamente ogni piccolo dettaglio. Questo ci permette - ancora prima di iniziare a fare dei tagli - di decidere la posizione della protesi, l'asse dell'arto inferiore, ma soprattutto la stabilità, che è il punto chiave della corretta funzione di una protesi del ginocchio. In sostanza già nella fase iniziale abbiamo ora la possibilità di rilevare determinati dati circa la struttura delle ossa, della validità dei legamenti o in che misura il ginocchio balla, così da poter modificare leggermente la posizione degli impianti per ottenere un ginocchio che abbia una funzionalità perfetta».

Qual è l'obiettivo dell'utilizzo di questo tipo di tecnologia? «L'obiettivo dell'utilizzo della chirurgia robotica è quello di ridurre ulteriormente il numero di pazienti insoddisfatti. Purtroppo fino a qualche anno fa i pazienti che avevano problemi, nonostante una protesi che sembrava funzionare bene, erano circa il 20%. C'è stato poi un'evoluzione con il cambio dall'allineamento meccanico all'allineamento cinematico che ha portato a una riduzione di questa percentuale. Adesso si va sull'allineamento funzionale, cioè verso la personalizzazione della singola protesi sul singolo paziente e questo dovrebbe migliorare ulteriormente l'efficacia della protesi al ginocchio. Questo è quanto riusciamo a fare oggi con il robot. In futuro speriamo non ci sostituiscano completamente perché sarebbe un peccato», (ride, ndr.)

Ma come la prendono i pazienti? «Generalmente molto bene», ci spiega lo specialista in chirurgia ortopedica Dario Giunchi, «è una tecnologia nuova ma anche il paziente si rende conto che può essere un ausilio in più, che porta a una maggiore precisione».


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