Cerca e trova immobili

CANTONE«Storia commovente, ma c’è una legge da rispettare»

18.12.24 - 18:05
Tre ragazzini che devono lasciare il Ticino per l’Honduras. Le precisazioni di Silvia Gada, capa della Sezione della popolazione.
Lettore Tio.ch
«Storia commovente, ma c’è una legge da rispettare»
Tre ragazzini che devono lasciare il Ticino per l’Honduras. Le precisazioni di Silvia Gada, capa della Sezione della popolazione.

BELLINZONA - Tre ragazzini di Giornico via dal Ticino, dove sono cresciuti coi nonni. Devono tornare in Honduras, la loro terra natale. L’avvocato della famiglia definisce “umanamente disastrosa” la situazione dei tre giovani e si gioca la carta del caso di rigore presso l’Ufficio cantonale della migrazione. La capo sezione Silvia Gada, tuttavia, ha qualcosa da puntualizzare. «La famiglia Mossi – sostiene – ha scelto di raccontare la sua storia ed è senz’altro un racconto emotivamente carico. Ma ci sono leggi da rispettare».

Quindi?
«È importante ricordare che presso l’Ufficio della migrazione della Sezione della popolazione ci sono rappresentanti dello Stato che hanno il compito di rispondere alle domande poste dalle persone straniere, non in base a emozioni o scelte personali. Ma nel rispetto di quanto le leggi sugli stranieri, nonché le sentenze delle istanze ricorsuali, definiscono. Questa responsabilità va rispettata sempre. Sia quando la sentenza è in linea con un nostro sentimento, sia quando lo è meno».

Lei non può entrare nel merito della questione per ragioni di privacy. Questa è una vicenda che va avanti da parecchi anni.
«Ogni permesso rilasciato o negato parte da una domanda inoltrata da una persona straniera. Se la domanda è per un caso particolare viene approfondita dalla Segreteria di Stato della migrazione, a Berna. In seguito, contro ogni decisione può essere inoltrato ricorso alle autorità giudiziarie competenti. Le procedure richiedono tempo, mesi e talvolta anni, durante i quali un ricorrente beneficia dell’effetto sospensivo. Questo tempo però non necessariamente influisce sui criteri determinanti per giungere a una sentenza cresciuta in giudicato».

Ora l’avvocato della famiglia chiede di riesaminare la questione.
«L’Ufficio della migrazione esamina sempre, nel rispetto di quanto previsto dalla Corte europea per i diritti dell’uomo e dalla Convenzione sui diritti dei fanciulli dell’ONU, oltre i criteri formali, le condizioni particolari e l’esigibilità del ritorno nel Paese di origine. Qualora il caso di rigore non è riconosciuto, l’esigibilità di un rientro in patria, a maggior ragione per un minorenne, dipende da vari elementi. Tra questi, deve esserci la presenza nel Paese natio di famigliari stretti. Inoltre è valutato se c’è un rischio personale».

Secondo il sito del Dipartimento federale degli affari esteri l’Honduras è un posto pericoloso.
«Il Tribunale federale amministrativo poco più di un anno fa ha ribadito che l’Honduras, il Paese in questione nel caso specifico, nonostante il tasso di criminalità e il fatto che la situazione politica e sociale sia a volte tesa, non si trova in una situazione di guerra internazionale o civile o in uno stato di violenza generalizzata. Quindi, il rientro dei tre giovani è ragionevole».

L’Ufficio dell’aiuto e della protezione e l’Autorità regionale di protezione tuttavia si sono schierati dalla parte dei ragazzini, sostenendo che sarebbe nocivo per loro andare via dal Ticino.
«Le decisioni e le raccomandazioni degli uffici citati sono state valutate attentamente da tutte le istanze. Ma i ricorsi che hanno visto coinvolti i minori sono stati respinti. Ora, il nostro Ufficio è chiamato a stabilire un termine di partenza».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE