Per il responsabile dei frontalieri Cgil Giuseppe Augurusa «il provvedimento scarica la responsabilità sui lavoratori».
ROMA / BERNA - Non si placano le polemiche, da parte italiana, verso la tassa sulla salute per i vecchi frontalieri.
L'emendamento - Sulla carta, lo ricordiamo, il contributo dovrebbe essere non superiore ai 200 euro al mese e dovrebbe entrare in vigore all'inizio dell'anno prossimo (anche se ormai il tempo stringe). Nella seduta del 13 dicembre, il Governo italiano ha però presentato un emendamento (poi approvato) alla legge di bilancio 2025. Nello specifico, per quanto riguarda «la compartecipazione al sistema sanitario nazionale» dei "vecchi frontalieri", in sostituzione «dell'importo massimo», l’esecutivo mette nero su bianco «l’introduzione di un diverso criterio» in base al quale il contributo «richiesto dalla Regione può essere raddoppiato in caso di omesso pagamento o comunicazione».
«Forzatura inaccettabile» - A prendere parola, questa volta, è il sindacalista Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale della Cgil per i frontalieri: «La sanzione che raddoppia l’importo della tassa sulla salute è una forzatura inaccettabile. Tale tassa si basa su un obbligo di autocertificazione, necessario per sopperire all’indisponibilità della Svizzera a fornire i dati sulle retribuzioni, in quanto in contrasto con il trattato internazionale. Questo provvedimento scarica la responsabilità dall’Istituzione ai lavoratori».
«Andremo alla Corte costituzionale» - Prosegue Augurusa: «Invece di riconoscere l’inefficacia della tassa come deterrente alla fuga del personale sanitario verso la Svizzera, si procede con un’inaccettabile doppia tassazione, in palese contrasto con le regole OCSE. Un provvedimento che presenta evidenti profili di incostituzionalità e che, se adottato, porteremo davanti alla Corte costituzionale. Anche autorevoli istituzioni e commentatori elvetici hanno recentemente espresso perplessità su tali interventi».