Il Gruppo Monopoly risponde: «Non si tratta di uno sfratto di massa»
LUGANO - Proporre agli inquilini di comprare il proprio appartamento a un prezzo ribassato per poi chiedere ulteriori soldi per la ristrutturazione. Pena, la messa a rischio della loro permanenza all’interno dell’abitazione. Nella migliore delle ipotesi potrebbero ritrovarsi a pagare una pigione maggiorata, nella peggiore essere messi alla porta nel giro di qualche mese.
È quanto starebbe accadendo in diversi stabili sparsi nella città di Lugano.
Un esempio, si vocifera, sarebbe quello di via Vergiò a Breganzona. Qui, a inizio novembre, oltre 200 affittuari hanno ricevuto una lettera dal Gruppo Monopoly che - dopo aver acquisito l’intero quartiere da Helvetia Assicurazioni lo scorso luglio -, li informava della volontà di mettere in vendita la loro abitazione. Si tratta della stessa immobiliare che tempo fa aveva rilevato e poi messo in vendita gli stabili in via alle Vigne, a Pregassona.
La voce degli inquilini di via Vergiò - Una notizia, questa, che ha scosso gli affittuari di via Vergiò. Facendo un giro per il quartiere, in un venerdì pomeriggio, il malcontento è palpabile. «Un’azione vergognosa - la definisce una signora sui 75 anni che lì vive da 36 anni assieme al marito -. La lettera parla chiaro: mi hanno chiesto se voglio comprare o rimanere in affitto. Ma se per caso il mio appartamento dovesse venire comprato da qualcun altro dovrò andarmene. Alla mia età non me la sento di fare un trasloco. È vergognoso. Siamo tutti anziani o famiglie con bambini. Dove andiamo? Siamo in tantissimi. E soprattutto: io non posso comprare».
Un’altra inquilina spiega le condizioni d'acquisto palesate all’interno del documento (da noi visionato). «Nel caso in cui volessi acquistare, il mio appartamento (un 3,5 locali) costerebbe 425mila franchi. Con il diritto di prelazione viene applicato il 5% di sconto. C’era poi scritto che gli appartamenti potrebbero essere venduti a investitori disposti a mantenere l’inquilino, ma non è garantito. Quindi se una persona compra per abitarci, chiaramente, io vengo sfrattata. Un gioco sporco a mio modo di vedere».
Della stessa opinione è anche una giovane mamma. La incontriamo mentre sta tornando dalla Coop, nel passeggino c'è suo figlio. «Sono arrabbiata - ammette -. Vivo qui da tanti anni: non è stato piacevole ricevere una lettera del genere». A suo parere è una chiara esortazione «a comprare». Altrimenti lo farà qualcun altro. «Dunque - taglia corto - l’invito è ad andarcene».
L'ASI: «È il solito barbatrucco» - Secondo Adriano Venuti dell’Associazione svizzera inquilini (ASI) non è altro che il «solito barbatrucco per cui “ti faccio diventare proprietario e poi ti obbligo a pagare i lavori di ristrutturazione”. Lo si fa in particolare per quegli edifici costruiti tra gli anni Ottanta e Novanta ai quali non è mai stata fatta manutenzione». Proprio come nel caso del quartiere di via Vergiò. «Facciate e tetti non sono mai stati toccati. Quindi la vecchia proprietà ha pensato bene di liberarsene. E quella nuova di destinare alla vendita a privati una parte degli appartamenti. In questo modo, i lavori se li pagheranno i futuri proprietari», incalza. E per chi dovesse riuscire a non essere cacciato, sono solo amare conseguenze: «Solitamente gli affitti subiscono un cospicuo aumento, addirittura tra i cinquecento e i settecento franchi».
Gruppo Monopoly: «Non è uno sfratto di massa» - Di tutt’altra opinione sono i soci del Gruppo Monopoly, Francesco Gigliotti e Alessandro Pianca. Li abbiamo incontrati nella sede della società in via Balestra 33 a Lugano, per fare un po’ chiarezza. «Non si tratta di uno sfratto di massa», ci tengono a precisare, in loro difesa. «Piuttosto, la lettera inviata agli inquilini è un’informativa. Allegato vi era poi un sondaggio per comprendere al meglio le intenzioni di ciascuno. In più, in questo periodo, stiamo incontrando uno a uno i condomini: nessuno sarà sbattuto fuori casa da un giorno all’altro», viene sottolineato.
Complessivamente l’intero quartiere conta circa 309 unità. Di queste, 118 saranno messe in vendita, 191 saranno trattenute dalla società. «Mantenute a reddito», come si suol dire. «A oggi - dicono Gigliotti e Pianca - sono 60 le persone che hanno mostrato interesse ad acquistare». E ribadiscono: «Non vogliamo buttare fuori nessuno. Anche perché molti sono anziani: addirittura c’è una donna ultracentenaria. Non possiamo sfrattarla. Ecco perché abbiamo incontrato la sua famiglia, assicurando loro che la sua permanenza nel suo appartamento sarà tutelata». I casi, tuttavia, «devono essere valutati uno a uno», sostiene Gigliotti. E spiega: «Stiamo studiando delle soluzioni per consentire a chi vuole rimanere in affitto di spostarsi in una delle palazzine che continueranno a essere destinate alla locazione».
Per quanto riguarda le opere di manutenzione ventilate, «saranno eseguiti interventi alle parti comuni per 1,2 milioni di franchi che prevedono, tra gli altri, la messa a norma dei parapetti, la sostituzione dei serramenti negli atri di ingresso, delle bucalettere e integrazione videocitofoni, il tinteggio delle parti comuni con ripristino delle pareti danneggiate, sostituzione di tutta l’illuminazione interna ed esterna e valorizzazione degli spazi esterni», puntualizzano. E sulla ristrutturazione interna degli appartamenti: «Saranno rinnovati, certo. Ma non sono previsti grandi stravolgimenti. Sarà l’acquirente finale a decidere se vorrà ristrutturare l’interno». Al momento non sono previsti «aumenti di affitto, né tantomeno modifiche alla metratura», anche se «tutto dipenderà da chi compra».
«Una polemica che non capisco» - La loro versione dei fatti sembra essere confermata da Fulvia, una signora che vive nelle palazzine di via Vergiò da ben 14 anni. Raggiunta al telefono, racconta di aver incontrato di persona i soci della nuova società: «Mi hanno rassicurata dicendomi che, nel limite del possibile, non ci sarà nessuna disdetta e che io e i miei due figli potremo rimanere a vivere in questo appartamento». Fulvia sostiene di trovarsi bene con la nuova gestione: «Prima del loro insediamento il quartiere era degradato, si nota già il miglioramento», afferma. E sulla lettera inviata dice: «Non so cosa gli altri abbiano letto. Tutta questa polemica non la capisco».
La politica chiede più vigilanza - Nel frattempo, il mondo della politica ha iniziato a mobilitarsi. Il 14 dicembre, La Sinistra è tornata alla carica con una nuova interrogazione inoltrata al Municipio di Lugano. Quel che preoccupa maggiormente è lo stato in cui versano i condomini della città e del cantone. Il timore è che il fenomeno, definito «indignante», diventi oltremodo diffuso. Con sempre più famiglie messe alla porta di casa.