La Funicolare Monte Brè si rifà il look. Le nuove carrozze verranno inaugurate il prossimo 15 febbraio. La parola al direttore.
LUGANO - Un ultimo ballo prima della (meritata) pensione. Con un po’ di nostalgia i luganesi hanno salutato le carrozze della Funicolare Monte Brè, che si sono congedate oggi con un'ultima storica corsa.
Un passaggio di testimone reso necessario dopo 40 anni di attività. «Le vetture attuali risalgono al 1985», ci ha spiegato Roberto Ferroni, direttore della FMB (Funicolare Monte Brè). «Abbiamo necessità di dare maggior comfort agli utenti».
Il nuovo look - Vista panoramica, vetrate e spazi interni più ampi. Insomma, un nuovo look che interesserà la seconda tratta della funicolare. «Le vetture disporranno di ampie vetrate laterali e un tetto panoramico. Elimineremo inoltre gli scompartimenti interni per permettere ai visitatori di ammirare la vista sulla città anche durante il tragitto di risalita».
L’obiettivo? «Garantire a bordo delle vetture delle temperature confortevoli sia in inverno che in estate, attraverso una ventilazione forzata. Inoltre anche i conducenti disporranno di un posto guida più confortevole». E non da ultimo «le nuove vetture offriranno la possibilità di trasportare persone con disabilità».
Oltre 170mila risalite all'anno - Già, perché la crescita esponenziale dell’utenza della Monte Brè non può essere ignorata. «Nel 2016 contavamo poco meno di 100mila passaggi. Oggi invece superiamo le 170mila risalite all’anno», conferma Ferroni.
Le ragioni di questo aumento non sono però riconducibili al solo turismo internazionale. «La funicolare ha conosciuto un interesse importante anche da parte degli enti locali. L’offerta che la vetta del Brè offre è molto ampia: passeggiate, percorsi di mountain bike, visite guidate e poi la magnifica vista del golfo di Lugano».
Verso la rottamazione - Detto questo, le nuove carrozze già scalpitano per entrare in azione. «L’apertura è prevista per il prossimo 15 febbraio». Per chi invece andrà in pensione il futuro è già segnato. «Purtroppo le vetture verranno rottamate. La volontà di tenerle non mancava. Abbiamo studiato diverse soluzioni, si sono però rivelate tutte troppo onerose. Inizialmente credevamo riuscissimo a tenerne una in vetta, ma i pesi della vettura impediscono un trasporto con l’elicottero. Avremmo dovuto smontare e rimontare tutta la struttura».
E se alle vecchie carrozze non verrà concessa una seconda vita, diverso è per la fune di traino. «Verrà usata per costruire cinque ponti tibetani in Indonesia. Rientra in un progetto benefico per il quale collaboriamo con un ingegnere grigionese già attivo in Birmania».