È il periodo dei buoni propositi. E cresce la voglia di rimettersi in forma. Anche se la delusione può essere dietro l'angolo.
LUGANO - L’inizio del nuovo anno corrisponde con i buoni propositi. Complici i sensi di colpa per le abbuffate natalizie, come sempre, c’è chi pensa sia giunta l’ora di rimettersi in forma. E quale posto migliore se non una palestra per farlo.
Pronti a ripartire dopo i bagordi - «Un trend fisiologico», ci conferma Simona Malagoni, direttrice dell'A-CLUB Fitness & Wellness di Savosa. «Magari con le feste qualcuno si è rilassato un po' troppo e gennaio, come sempre, è un mese importante, dove ci si mette un po' in discussione e ci si auspica di migliorare».
Gli obiettivi possono essere estetici o di salute, «o anche sportivi, laddove ci si prepara per delle competizioni», fa notare Malagoni. Inoltre fa freddo quindi l’attività all'aria aperta è più difficile.
Insomma, il periodo è quello giusto: «In molti l'avranno capito: non ci si mette in forma in due settimane. Per la prova costume partire adesso permette di avere un po' più di tempo per raggiungere i propri obiettivi».
Occhio ai fitness influencer - A muovere verso le palestre, poi, c’è il fenomeno ormai consolidato dei fit influencer. Che non convince pienamente la direttrice dell’A-Club. «In tanti hanno capito che è esploso un settore e vogliono trarne profitto. Peccato che molti non abbiano le competenze per farlo».
Meno severa è Laetitia Grossini, responsabile Ticino per la Federazione svizzera dei Centri fitness e di salute: «È assolutamente fantastico che ci siano queste figure a promuovere l'attività fisica. Non posso che essere felice nel trovare tanti giovani nelle palestre. Ma è fondamentale che al motivatore social si affianchi l'istruttore in palestra. Uno specialista che permetta, in un ambiente di fiducia, una progressione sana e sensata».
Con il fai-da-te l'infortunio è dietro l'angolo - Proprio per questo la direttrice dell'A-Club è contraria al ragazzino che si allena con esercizi pescati dai vari coach sui social: «Per i minorenni vietiamo il “fai-da-te”. Dopo l'anamnesi, discusso l'obiettivo del programma di allenamento, segue un programma di allenamento ben specifico, viene monitorato e corretto e c'è sempre la verifica puntuale del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Centrale è la sfera della salute».
Il rischio di infortunio, altrimenti, è dietro l’angolo: «Ogni giorni ci arriva gente delusa dalle low cost. Nessuno li ha seguiti, e oltre a non aver raggiunto i propri obiettivi, si trascinano anche degli acciacchi. Perché con il fai-da-te in questo campo farsi male non è solo possibile, è inevitabile».
L'abbandono per senso d'inadeguatezza - Anche Grossini non risparmia critiche nei confronti delle realtà a basso costo. «Se è vero che a gennaio aumentano le iscrizioni, è vero che tanti poi mollano. Perché insoddisfatti, spesso non seguiti. Non tralasciamo poi il problema del body shaming. Se non c'è qualcuno che accompagna anche psicologicamente il nuovo cliente, questi può sentirsi inadeguato, nel posto sbagliato. Finisce per rimandare l'allenamento e dopo un po' non lo si vede più».
Per Malagoni il focus deve essere il benessere: «Credo che il Covid abbia portato a riscoprire l'importanza della salute fisica. La palestra non è più solo l'addominale scolpito». Dello stesso parere è anche Grossini: «Bisogna spiegare che il focus non è il corpo perfetto, ma il benessere della persona. Sia fisico che mentale».