In Svizzera stenta a decollare e in Ticino resta una frazione. I motivi sono tanti (e complessi). La parola a due e-conducenti.
SAVOSA - A 10 anni spaccati dal bando della vendita dei veicolo con motore a combustione nell'Unione Europea l'orizzonte per le auto elettriche in Svizzera (e soprattutto in Ticino) è tutt'altro che privo di nubi. Come riportato dal Blick, nella Confederazione le vendite di e-auto nuove sono calate di un importante 11% facendo finire il nostro Paese alle spalle del Portogallo e fuori dalla top 10 europea.
I motivi? Sono diversi ma, al di là del costo d'acquisto (che resta sempre elevato) a far storcere il naso ai (potenziali) nuovi acquirenti sono piuttosto gli incentivi mancati – o addirittura i "disincentivi" – da parte della Confederazione.
Oltre alla tassa di circolazione (che prima non era contemplata) dal 2024 c'è anche un ulteriore balzello del 4% richiesto agli importatori già alle prese con l'impresa difficile di far quadrare il bilancio di emissioni delle flotte importate.
«Quello che è mancato in Svizzera è una strategia federale a livello nazionale», scrive sempre il quotidiano zurighese, con i cantoni a muoversi a macchia di leopardo per quanto riguarda misure e incentivi.
Altri due punti critici: la ricarica casalinga, prerogativa di chi possiede un'abitazione (e gli svizzeri sono proverbialmente un popolo di affittuari) e l'usato, su cui ancora ci sono molti dubbi, soprattutto per quanto riguarda lo stato di salute della batteria.
In Ticino, quali incentivi?
Stando al decreto esecutivo dell'8 marzo 2023 il Cantone eroga diversi incentivi legati alla mobilità elettrica « in particolare per l'acquisto di veicoli, motoveicoli, quadricicli e tricicli elettrici, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica e la messa fuori circolazione di veicoli inquinanti». Per le stazioni di ricarica aziendali e/o private si va dai 500 ai 4'000 franchi di sussidio. Per quanto riguarda i motoveicoli totalmente elettrici, la partecipazione è di 1'000 franchi. Per la messa fuori circolazione di un veicolo ad alte emissioni CO2 e inquinanti (codice B04 o inferiore) il contributo è di 2'000 franchi (per un'ibrida) oppure 4'000 (per un'elettrica). Per maggiori dettagli rimandiamo al sito del Cantone.
Ma chi le usa è soddisfatto e si vede a guidare, in futuro, sempre elettrico oppure proprio no? Ce lo siamo fatti raccontare da due e-conducenti che hanno opinioni diametralmente opposte della questione.
«Non vedo alcun motivo valido per cambiare, continuerei con l'elettrico», ci conferma S*, «il mio leasing scade a giugno e l'unico dubbio che ho è se tenere l'auto che ho ora, oppure prenderne una più grande».
Per lui, che con la sua e-vettura è abituato a girare l'Europa, le preoccupazioni per quanto riguarda la "tenuta" sui viaggi lunghi semplicemente non esiste: «Giro regolarmente la Svizzera, per le vacanze con la famiglia abbiamo fatto tutto il Nord, la Scandinavia, tutta la Francia r non c'è una volta - anzi sì, forse solo una volta - in cui abbia dovuto aspettare più di 10 minuti per attaccare la mia auto alla colonnina rapida. L'attesa durante la carica? Sono quei 20 minuti che passi fra bagno, panino... e stretching».
Con gli anni d’utilizzo l'elettrico è diventato per lui un'abitudine: «Forse sì, all'inizio ero un po' più "ansioso" e pianificavo i viaggi in maniera molto più certosina, con l'esperienza che ho oggi mi concedo un filo in più di improvvisazione... insomma, di posti per ricaricare l'auto se ne trovano ovunque... poi è anche vero che continuando a girare ti costruisci un po' la tua mappa di colonnine ”preferite” e, anche sui viaggi lunghi, questo rende il tutto più naturale».
Per quanto riguarda, invece, la questione del degrado della batteria? «All'ultimo servizio che ho fatto hanno misurato il suo grado di salute, ed era attorno al 95% un calo piuttosto marginale. Pensare di tenerla per altri 4 anni, o più, sarebbe assolutamente legittimo».
«Non mi sono pentito, ma francamente penso che l'elettrico lasci ancora piuttosto a desiderare», commenta invece F* anche lui con un leasing non così lontano dalla scadenza: «Se devo essere sincero, oggi come oggi non sono convinto di tenerla, né di prenderne un'altra 100% elettrica».
La motivazione non è legata al veicolo in sé o ai prezzi del rifornimento: «Allora, premettiamo che per quanto riguarda la guidabilità, il veicolo in sé e anche il prezzo delle ricariche non ho niente da dire. Posso dire che si tratta di signore vetture, con pochissimi problemi e con il prezzo di un pieno - almeno qui in Ticino e Svizzera - veramente irrisori, soprattutto se si stipulano abbonamenti o se si riesce ad connettersi a casa propria».
E proprio qui, secondo lui, il proverbiale asino inizia ad accasciarsi: «Se, come nel mio caso, si è in affitto questa eventualità diventa subito piuttosto complicata. In generale l'esperienza di ricarica resta piuttosto sgradevole in Ticino: non tutte le colonnine funzionano come dovrebbero - quella che si inceppa, quella che non ti legge la carta, quella che sull'app sembra disponibile ma quando arrivi nemmeno parte - e a volte ci si trova un po' con l'acqua alla gola. Insomma, la sensazione è che ancora non ci siamo».
Tallone d'Achille anche il viaggio: «Se si resta a ridosso delle grandi arterie stradali anche percorrere lunghe distanze è fattibile, i problemi iniziano a farsi sentire quando si viaggia un po' fuori dagli schemi. Per esempio in montagna, fra comuni e strade un po' discoste, oppure sulle isole... In famiglia abbiamo due macchine, quando c'è da andare in vacanza non ci pensiamo nemmeno: si prende quella a benzina. Il fatto di avere un bimbo piccolo poi non aiuta, restare fermi per mezz'ora a ricaricare per noi non è semplicemente contemplabile».
*nomi noti alla redazione
TicinoEnergia: «Questo è un il momento giusto per fare buoni affari»
Una situazione complicata che però può sorridere al consumatore, il presente turbolento dell'elettrico lascia spazio a un futuro... di possibili schiarite. Ne è convinta TicinoEnergia, che si esprime per bocca della portavoce Marina Rezzonico: «Nel 2023 in Ticino la percentuale di nuove immatricolazioni di veicoli totalmente elettrici ammonta al 13.5%. Nel 2024 c'è stata una lieve flessione, con una percentuale analoga al 2022 (che ammontava al 11.8%). Possiamo dire che, da quello che vediamo noi, l'interesse è confermato ed è cresciuto negli ultimi anni. In generale, chi passa all'elettrico non torna indietro. Inoltre, c'è una buona parte di popolazione che vorrebbe comprare l'elettrico. Non si tratta dunque di una moda passata, ma si tratta piuttosto di una battuta d'arresto dovuta da diversi fattori».
Quali sono le sfide più grandi da affrontare per lo sviluppo dell'elettromobilità, anche qui con un occhio rivolto al Ticino? «Le sfide da noi sono analoghe a quelle di altri luoghi. Probabilmente una delle sfide più significative è quella della possibilità di ricaricare l'auto presso la propria abitazione (soprattutto se si tratta di plurifamiliari). Inoltre, malgrado sul ciclo di vita il costo dell'auto elettrica è più conveniente, il prezzo d'acquisto rappresenta una barriera per l'acquirente ticinese, il quale ha un potere d’acquisto inferiore rispetto agli altri Cantoni. Un’altra peculiarità del Ticino: il nostro Cantone, per vicinanza geografica e linguistica, risente dell'informazione e della percezione dell'auto elettrica in Italia, dove il mercato delle auto elettriche mostra segnali di profonda stagnazione».
Il Ticino con la sua rete, e il progetto Infovel, è stato pioniere: «Per quanto riguarda la questione delle ricariche casalinghe ci sono diverse norme in ballo a livello federale», spiega Rezzonico, «a livello cantonale abbiamo lanciato un programma destinato a chi vuole contribuire a sviluppare la rete che si tratti di privati o aziende. In generale: chi ha un interesse ad andare verso l’acquisto di un’auto elettrica, questo è un buon momento. Infatti, essendo il mercato sotto pressione, i prezzi sono al ribasso ed è possibile fare buoni affari», conclude.