In paese nessuno vuole credere che quel giovane abbia ucciso una 21enne lo scorso weekend in un rustico. Dietro le quinte del dramma.
LODRINO (RIVIERA) - Una ragazza rumena di 21 anni, legata al mondo della prostituzione, uccisa. Un 27enne ricoverato all'ospedale Civico di Lugano che sta lottando tra la vita e la morte. Una comunità confusa. E il mondo a luci rosse terrorizzato. A Lodrino (Riviera), e non solo, si respira un'aria pesante in questo ultimo lunedì di gennaio. La tragedia consumatasi nella notte tra sabato e domenica in località A Fòrn ha lasciato il segno. Eccome.
Un nodo da sciogliere – Gli inquirenti indagano a tutto campo. È ancora da chiarire il ruolo esatto delle due persone che nelle ore precedenti il dramma avrebbero accompagnato la 21enne fino a Lodrino. Protagonisti o semplici comparse?
«Bravissimo lavoratore» – Cosa si sa invece del presunto omicida che, si ipotizza, avrebbe poi tentato il suicidio? Il ragazzo lavorava a Castione in un'azienda che si occupa di rivendere macchine edili.
Il suo responsabile lo definisce così: «Un bravissimo lavoratore. Siamo scioccati. Non riusciamo a dire niente altro al momento». Professionalmente impeccabile. D'altra parte il giovane si era già distinto ai tempi dell'apprendistato quando, da collaboratore della ditta Ennio Ferrari SA, vinse un premio importante.
Ansia al Motel di Castione – A poche centinaia di metri dal luogo di lavoro del giovane presunto omicida sorge il Motel X, noto locale a luci rosse. Una collaboratrice racconta: «Nessuna delle nostre ragazze attualmente in servizio manca all'appello. Quindi possiamo dirvi che la giovane vittima non lavorava qui. Forse arrivava da un appartamento, ormai è una giungla. O forse dall'Italia. Pare fosse residente all'estero. Tra le nostre ragazze comunque al momento regna una certa paura. Quello che è accaduto le ha sconvolte. Tutte inoltre vorrebbero sapere il nome della giovane vittima per capire se la conoscono. Non si parla d'altro nel locale, anche tra i clienti». La donna evidenzia come sia normale fare anche servizio a domicilio. «Accade con frequenza. E di solito ci si fa accompagnare da gente fidata o da un taxi».
«Ho i brividi...» – Poi ecco due professioniste del sesso. La prima dice di conoscere il ragazzo. «Per un certo periodo ha frequentato il nostro locale. Sono stata a letto due volte con lui in passato. Era stato "violento". E consumava sostanze. Non ho un bel ricordo. Ho i brividi per quanto accaduto a Lodrino», sottolinea. Una sua collega, invece, sostiene di avere avuto con lui un'esperienza più soft: «Con me è stato tranquillo, delicato – ci racconta –. Però ricordo anche io che girava con delle sostanze».
Un ragazzo educato – Nei bar di Lodrino il caso è sulla bocca di tutti. E c'è grande solidarietà per la mamma del giovane, rimasta vedova qualche anno fa e ora confrontata con questa vicenda terribile.
«Lui è il suo unico figlio – sussurra una signora –. Un ragazzo gentile ed educato. La casa sui monti era dei genitori. Lui ci andava spesso, era praticamente sua adesso. La mamma l'avevo ancora intravista nelle prime ore di domenica mattina. Non sapeva ancora niente di quello che sarebbe stato reso pubblico di lì a poco».
«Tragedia immensa» – «È una tragedia immensa per la nostra comunità – sospira un'altra donna –. Pensi sempre che certe cose possano accadere lontano da te e poi ti succedono "sotto casa"». Intanto un signore che si intende di caccia ha un dubbio che non riesce a togliersi dalla mente. Riguarda il tentativo di suicidio del giovane.
«Dicono che è stato trovato con due proiettili in testa. Ma come è possibile che sia riuscito a sparare il secondo colpo? Forse aveva un'arma automatica. Le armi probabilmente le ha ereditate dal papà che andava a caccia».
«Cose che non quadrano» – Emerge il ritratto di un ragazzo sostanzialmente buono. Anche un pochino ingenuo. Di certo non aggressivo. Per le vie di Lodrino ci imbattiamo in un uomo piuttosto arrabbiato. «Ma vi rendete conto che alcuni media l'hanno già "condannato"? Nessuno si interroga sul ruolo di quei due personaggi che hanno fatto da taxi alla donna? Spero che gli inquirenti facciano luce su tutta la questione. Ci sono troppe cose che non quadrano. Qui a Lodrino adesso vogliamo stringerci attorno alla mamma del ragazzo. Ha già sofferto tanto nella vita, non meritava anche questa».
Il rustico tra le nebbie – A questo punto ci spostiamo sul luogo del crimine. La località A Fòrn, situata a circa 500 metri di altitudine. La si raggiunge dirigendosi verso nord, svoltando a sinistra all'altezza della frazione di Rodaglio e poi prendendo una stretta stradina a curve gestita dal Patriziato. Dopo una decina di minuti di strada in mezzo ai boschi si arriva al rustico.
La prima cosa che balza all'occhio è il pick-up bianco col logo della ditta di Castione per cui lavora il giovane. C'è nebbia, fa freddo e piove. L'atmosfera è surreale. Il rustico, ben tenuto così come i prati attorno, è avvolto dal silenzio. Spiccano la porta in legno sigillata dalla Polizia Cantonale e un vetro rotto.
Gente irrequieta – Tornando sulla strada cantonale ci si imbatte in due operai. Sono amareggiati. «Conosciamo il ragazzo. È un tipo sciallo. Ogni tanto faceva feste su al rustico».
E poi c'è la testimonianza di un ristoratore. «La gente qui è tanto confusa. Abbiamo bisogno di sapere la verità. Gli abitanti di Lodrino sono scossi emotivamente. Io il ragazzo lo conoscevo. So che si era fatto valere col militare. Veniva qui ogni tanto a mangiare la pizza. Mi sembrava un tipo in ordine, anche un po' timido. Personalmente non riesco più a tenere a bada i miei clienti. Ognuno ha la sua ipotesi».
Intanto il Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polizia Cantonale, interpellato da tio.ch per avere qualche chiarimento, ribadisce che al momento, essendoci un procedimento penale in corso, non saranno rilasciate ulteriori informazioni sulla vicenda.