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LOCARNO

Tra polvere e operai: nel cantiere di una scommessa milionaria

Il punto sui lavori di rilancio e di restauro del Grand Hotel di Locarno da parte di Artisa Group
Tra polvere e operai: nel cantiere di una scommessa milionaria
Davide Giordano tio/20min
Il Ceo di Artisa Flavio Petraglio
Tra polvere e operai: nel cantiere di una scommessa milionaria
Il punto sui lavori di rilancio e di restauro del Grand Hotel di Locarno da parte di Artisa Group

MURALTO - Gli operai percorrono senza sosta i lunghi corridoi centrali. C’è chi si occupa di valutare il pavimento di legno (patrimonio culturale che verrà rimosso e riposizionato esattamente secondo il progetto originario). Chi invece trasporta carichi di macerie all’esterno dell’edificio. Altri ripuliscono gli affreschi della sala centrale. Insomma, la strada è ancora lunga, ma la rinascita del Grand Hotel di Locarno ha finalmente iniziato a muovere i primi passi.

Dopo essere rimasto chiuso per vent’anni, il progetto di restauro e riqualifica in mano ad Artisa Group (società immobiliare dell’imprenditore ticinese Stefano Artioli) ha le idee in chiaro (e sogna in grande): entro il primo trimestre del 2027 il Grand Hotel tornerà a splendere.

Una riapertura sotto il marchio Marriott Luxury Collection con Arabella Hospitality Sa come operatore. L'hotel a cinque stelle disporrà di 110 camere e suite e le aree comuni, due ristoranti, un bar, un ampio giardino di 4'000 metri quadrati e un'area benessere e Spa.

Davide Giordano tio/20min

Il progetto - All’entrata - tra qualche transenna, alcune impalcature e tanta polvere -, si viene accolti immediatamente dalla targa commemorativa del Patto di Locarno. La conferenza diplomatica del 1925 si svolse proprio nella storica struttura di Muralto, dove vennero accolti i rappresentanti di Francia, Belgio, Italia, Gran Bretagna e Cecoslovacchia. Un primo tentativo di distensione dei rapporti tra le nazioni europee dopo la Prima Guerra Mondiale.

E poi il vano centrale, attualmente chiuso per questioni di sicurezza, dove verrà ricollocato il lampadario di vetro di Murano che tornerà a illuminare i quattro piani dell’hotel.

Ma andiamo con ordine. Il cantiere è stato aperto ad agosto del 2024, i primi mesi si sono concentrati sul recupero della struttura originale che risale al 1874. «Attualmente siamo in una fase di inizializzazione dei lavori principali», ci spiega il Ceo di Artisa, Flavio Petraglio. Con l'amministratore delegato cerchiamo di capire come si presenterà l’hotel a lavori ultimati. «Abbiamo dovuto togliere sovrastrutture che sono andate aggiungendosi negli anni per riportare l’hotel al suo aspetto originale». 

Davide Giordano tio/20minIl Ceo di Artisa Flavio Petraglio

Un valore storico - Le prossime tappe? «L'inserimento delle circolazioni verticali (per esempio le scale). Si tratta di un lavoro importante di miglioramento e adeguamento. Effettueremo in seguito la sostituzione della copertura e l'innalzamento di un piano. Seguiranno quindi le finiture».

L’hotel è posto sotto protezione dall'Ufficio dei beni culturali (UBC). I lavori di restauro devono quindi rispettare alcuni "paletti" posti dalla Stan (Società ticinese per l’Arte e la Natura). Ma come si coniuga la necessità di una struttura al passo con i tempi con il valore e il significato che l’hotel rappresenta? «È sicuramente una sfida importante. L'obiettivo principale è salvare il più possibile la sua identità originale. Molte sue parti sono protette. Per queste quindi, in collaborazione con l’ufficio beni culturali e la Stan, stiamo svolgendo un grande lavoro di recupero».

Davide Giordano tio/20min

Qualche imprevisto - L'imponente edificio nasconde però alcuni imprevisti. «Sicuramente questa fase, nella quale stiamo lavorando per riportarlo al suo aspetto originale, ci ha permesso di apprezzarne l'unicità. Non mancano, ogni giorno, una serie di piccoli imprevisti. Ci sono stati dei piccoli cedimenti della struttura che stiamo monitorando e che stiamo rinforzando».

Detto questo, impossibile dimenticare il legame storico che unisce la Città con questa opera. «Evidentemente ci si aspetta che il Grand Hotel possa fungere per rilanciare il turismo, non solo della città di Locarno, ma dell'intera regione», continua Petraglio.

Una struttura inaccessibile? - Già, perché il rischio di creare un qualcosa di inaccessibile per i ticinesi è concreto, e qualche cruccio appare legittimo. «Il progetto prevede anche spazi che possano accogliere numerose persone non solo per il pernottamento, ma anche per eventi e manifestazioni. Il tutto sempre nel rispetto del vicinato». Un esempio? «Nelle grotte saranno previste aree accessibili a persone esterne che intendono passare del tempo al Grand Hotel». 

A questo stadio anche Petraglio, che segue da vicino i lavori dall’inizio del cantiere, ha subito il fascino dell’edificio. «L'elemento principale è capire come alla fine del 1800 sia stato costruito questo edificio e ridare lustro alle prodezze, anche tecniche, usate all'epoca».

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