In Ticino l'intervento è sempre più gettonato. Ma non è tutto rose e fiori, ci rivela il dottor Alex Casanova, oftalmologo dell'EOC.
LUGANO - Vedere perfettamente, senza occhiali né lenti a contatto. È il sogno di chiunque abbia problemi di vista. E negli ultimi anni, in Ticino, il laser sembra più che mai spopolare. Sono infatti numerosi i centri laser presenti nel nostro cantone, e dopo l’arrivo di Betterview, che ha aperto una filiale a Lugano alla fine del 2023, a Bellinzona sta per insediarsi anche la catena Swissvisio.
Ma cosa c’è dietro questo trend? Occhiali e lenti sono soluzioni superate? E quali sono i rischi dell’intervento laser? Ne abbiamo parlato con il dottor Alex Casanova, oftalmologo all’Istituto di Neuroscienze Cliniche dell’EOC, e con Francesco Borges e Martin Seghizzi dell’Associazione Ottici Ticino (AOT).
All’EOC, apprendiamo innanzitutto, il laser non si fa. Ma non per mancanza di fiducia nell’intervento in sé. «Avevamo un laser, ma oltre 20 anni fa», ci spiega il dottor Casanova. «Attualmente non abbiamo in previsione di investire ancora in questo senso, in quanto per questo tipo di intervento la concorrenza dei centri privati è notevole, e gli attori in gioco sono sempre più numerosi».
Nonostante ciò i medici dell’Ente Ospedaliero hanno spesso a che fare con pazienti che si sono sottoposti al laser...in particolar modo quando qualcosa va storto.
Se invece di migliorare la vista peggiora - «Purtroppo vediamo pazienti che in seguito a un intervento laser incorrono in complicazioni», afferma Casanova. «Qualche mese fa, ad esempio, abbiamo dovuto ricoverare un paziente che dopo una correzione laser aveva riportato una grave infezione ad un occhio».
Certo, si tratta di casi rari. Ma esiste una minoranza silenziosa che non va trascurata: «I pazienti a cui va bene sono contentissimi, ma i pochi a cui va male sono insoddisfatti e vedono peggio di prima».
«Sconsigliato alla soglia dei 40» - Stando all’oftalmologo, per di più, l’intervento avrebbe senso solo per una fascia di popolazione piuttosto ristretta. «Va fatto da giovani, intorno ai 22-25 anni, momento in cui il difetto visivo diventa stabile. Questo perché già a partire dai 40-45 anni emerge la presbiopia (l’incapacità, dovuta al naturale invecchiamento, di mettere a fuoco da vicino ndr.) e ci si ritrova con nuovi problemi di vista. Non è dunque consigliato sottoporsi al laser alla soglia dei 40 anni, perché è un investimento che si sfrutta troppo poco».
Uno sguardo al futuro - Emerge quindi un altro aspetto da non sottovalutare. Chi è miope ha una buona acuità visiva da vicino, che manterrà con il passare del tempo e soprattutto con l’arrivo della presbiopia. Ergo: «Chi a 30 anni ha una miopia compresa tra le -2.50 e le -3 diottrie, a 50-60 anni potrà ancora leggere e vedere bene da vicino senza occhiali. Correggere la miopia con il laser va a togliere questo vantaggio: è quindi opportuno pensare anche agli scenari futuri prima di sottoporsi all’intervento», chiosa l'oftalmologo.
Prezzi bassi? Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio - Per Casanova è infine essenziale, nella scelta del centro laser, non farsi allettare da prezzi bassi e offerte speciali. «Spesso sono sinonimo di un servizio di ridotta qualità. Certo, finché tutto fila liscio va bene, ma se poi insorge un problema magari non è possibile gestirlo in maniera ottimale. È dunque di fondamentale importanza rivolgersi a seri professionisti».
Ma non ci sono solo gli oculisti. Anche ottici e optometristi si trovano confrontati con persone che si sono sottoposte al laser. E non sempre il feedback è positivo.
Effetti secondari - «Spesso lamentano della secchezza oculare, che è uno dei principali effetti secondari dell’intervento», spiega Francesco Borges, presidente dell’Associazione Ottici Ticino (AOT). «È comune anche una visione notturna non ottimale, che può ricondursi ai cosiddetti aloni notturni: un disturbo visivo caratterizzato dalla presenza di bagliori o aloni».
«C'è chi è in causa» - «Capita anche di vedere pazienti che, a causa di una mancata o incorretta analisi e anamnesi pre-operatoria, si ritrovano con una vista che non solo non è migliorata, ma addirittura è peggiorata», aggiunge Martin Seghizzi, vicepresidente dell’AOT. Ma c’è di più: «Conosco casi di persone che sono in causa con il centro laser che li ha operati, perché hanno riportato danni irreversibili».
«Abbiamo solo due occhi» - Lenti a contatto e occhiali, secondo i due optometristi, sarebbero dunque ancora oggi la soluzione migliore per chi ha problemi di vista. «Con il laser si va a toccare un tessuto sano, e bisogna partire dal presupposto che abbiamo solo due occhi», evidenzia Seghizzi. «Alla fine, se vogliamo ridurre al minimo il rischio di complicazioni, occhiali e lenti a contatto sono metodi di correzione non invasivi».
Esistono poi tecniche alternative che, essendo reversibili, comporterebbero rischi minori rispetto al laser. «Molti optometristi, ad esempio, offrono la soluzione delle lenti ortocheratologiche notturne: si indossano prima di andare a dormire e al mattino, rimuovendole, si può godere di una visione chiara per l’intera giornata».
Pubblicità a tutto social: «Modalità inappropriate» - La strategia pubblicitaria adottata da alcuni centri laser, infine, non viene proprio vista di buon occhio. «Si tenta di invogliare una persona a fare il laser attraverso Instagram, Facebook e persino TikTok, senza specificare effetti secondari e offrendo la possibilità di pagare a rate. È un business, e direi che pubblicizzare un intervento chirurgico in queste modalità, che definirei aggressive, non è né etico né appropriato», conclude Borges.