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GastroTicino: «Meno frontalieri interessati al Ticino»

Pesa il nuovo accordo tra Berna e Roma entrato in vigore un anno e mezzo fa.
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Fonte Sda
GastroTicino: «Meno frontalieri interessati al Ticino»
Pesa il nuovo accordo tra Berna e Roma entrato in vigore un anno e mezzo fa.

BELLINZONA - A un anno e mezzo dall'entrata in vigore del nuovo accordo sui frontalieri, GastroTicino ha registrato un calo delle candidature provenienti dal Nord Italia. In particolare, i lavoratori qualificati sembrerebbero essere meno interessati a un lavoro in Ticino.

A pesare è il nuovo accordo fiscale con l'Italia, in vigore dal luglio 2023. Secondo le stime dei sindacati ticinesi, i frontalieri devono ora versare tra il 10 e il 30% di tasse in più a causa del nuovo accordo, a seconda del loro reddito.

Nello specifico infatti, il nuovo accordo prevede che la Svizzera trattenga l’80 per cento dell’imposta alla fonte regolarmente prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri - ovvero coloro che inizieranno a lavorare in Svizzera dopo il 17 luglio 2023 - i quali saranno tassati in via ordinaria anche in Italia.

D'altra parte, i sindacati in Italia si sono battuti con successo per una migliore situazione lavorativa nel settore, ha affermato il presidente di GastroTicino, Massimo Suter: «Le persone che vivono un po' più lontano dal confine sono meno interessate a venire in Ticino per lavorare».

«Non c'è ancora un'inversione di tendenza» - Secondo i dati pubblicati martedì dall'Ufficio federale di statistica (UST), nel quarto trimestre del 2024 il numero di frontalieri che lavorano in Svizzera è aumentato del 2,9% su base annua. La situazione si è sviluppata in senso opposto in Ticino, dove il numero di frontalieri è sceso dell'1,1% a 78.683 unità in un anno. Si tratta di un dato per certi versi storico, anche se gli esperti predicano calma. È ancora prematuro parlare di un'inversione di tendenza.

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