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LOCARNESE

L'aveva picchiata e chiusa in casa a chiave

Il 40enne, in carcere col sospetto di avere commesso gravi violenze in due nuclei famigliari, era già stato condannato (e dunque segnalato).
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L'aveva picchiata e chiusa in casa a chiave
Il 40enne, in carcere col sospetto di avere commesso gravi violenze in due nuclei famigliari, era già stato condannato (e dunque segnalato).

LOCARNESE - Nuovi dettagli sul passato dell'uomo che si trova in carcere preventivo perché sospettato di avere commesso gravi violenze e abusi in due nuclei famigliari distinti, nel Locarnese e nel Mendrisiotto. Il 40enne avrebbe agito tra il 2016 e il 2023.

La novità – Ora si scopre che nel 2019 era già stato condannato (e dunque segnalato alle autorità) in seguito all'ultimo ed ennesimo episodio violento verificatosi alla fine della storia coniugale con la prima partner in questione, nel Locarnese. 

Decreto d'accusa – In quell'occasione, stando al decreto d'accusa, l'uomo era stato ritenuto colpevole di furto, di minaccia, di coazione, di danneggiamento, di vie di fatto e di contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti.

La condanna – Era stato così condannato a una pena detentiva di trenta giorni, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni. Sul suo conto anche una multa di 300 franchi e l'iscrizione della condanna sul casellario giudiziale. 

Escalation – Nello specifico quel giorno, il 3 aprile del 2019, l'uomo avrebbe sottratto all'ex moglie gioielli per un valore di 2.000 franchi. Allo stesso tempo l'avrebbe chiusa in casa a chiave e avrebbe danneggiato una serie di oggetti tra cui un iPAd, un iPhone e la porta d'entrata. 

L'allarme dato da un'amica – Avrebbe inoltre afferrato la donna al collo e alla mandibola. In un secondo tempo alla gamba sinistra schiacciandole il viso sul divano. Colpendole poi il volto con schiaffi e facendola cadere al suolo. A dare l'allarme e ad avvisare la polizia in quella circostanza specifica era stata un'amica. 

Verso la seconda relazione – Tre anni più tardi l'uomo era stato in carcere qualche mese per problemi legati agli stupefacenti. In quel periodo, era il 2022, ha iniziato una relazione con una nuova partner. Stavolta nel Mendrisiotto. E a quel punto sarebbero ripresi, in un altro contesto, gli episodi violenti. 

Denuncia congiunta – A febbraio 2024 invece ecco il suo arresto dopo una denuncia congiunta da parte delle sue due ex partner. Ora, dopo la fine dell'inchiesta e la stesura dell'atto d'accusa, è in attesa del suo processo. 

Perché non è stato detto tutto subito? – Perché, nell'episodio che portò alla condanna dell'uomo nel 2019, la vittima del Locarnese non segnalò subito alle autorità tutti i retroscena, vale a dire le numerose e ripetute violenze subite e i presunti abusi sessuali sui figli? Perché il quadro completo è emerso solo a febbraio 2024 e compare solamente nell'atto d'accusa emanato poche settimane fa?

Bloccata dalla paura – Raggiunta da Ticinonline la donna del Locarnese, prima vittima in ordine cronologico del 40enne, spiega: «Ero stata minacciata più volte. Mi aveva detto che se avessi parlato mi avrebbe uccisa e avrebbe fatto del male ai miei cari. Infatti nel 2019 fu la mia amica a chiamare la polizia. Non io. Il fatto che ci fossero stati abusi sessuali sui miei figli è emerso in seguito. Solo dopo che ho avuto la forza di allontanarlo definitivamente da casa. A quel punto abbiamo tentato di raccontare alle autorità quanto avevamo vissuto. Ma in un primo tempo non siamo stati presi in considerazione. È stata dura arrivare alla denuncia di tutto quanto».

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