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Il Movimento della scuola scrive a Carobbio Guscetti

In una lettera aperta chiede maggiore chiarezza sulle nomine dei direttori della SIMS annullate dal TRAM: «È urgente cambiare rotta»
Archivio Ti Press
Fonte Movimento della Scuola
Il Movimento della scuola scrive a Carobbio Guscetti
In una lettera aperta chiede maggiore chiarezza sulle nomine dei direttori della SIMS annullate dal TRAM: «È urgente cambiare rotta»

BELLINZONA - Il comitato Movimento della Scuola torna a farsi sentire. Con una lettera aperta indirizzata alla consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento dell'Educazione, della Cultura e dello Sport, Marina Carobbio Guscetti chiede maggiore chiarezza in merito alle nomine dei nuovi direttori della Sezione dell'Insegnamento Medio Superiore (SISM). Espresse inoltre perplessità in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla consigliera di Stato, a seguito alla sentenza del TRAM.

La riportiamo per intero

Gentile signora Consigliera di Stato,

La sentenza del Tribunale Amministrativo del 21 febbraio scorso, che ha disposto l’annullamento delle nomine dei due direttori della SIMS, ha suscitato grande clamore. Tuttavia il dibattito pubblico si è concentrato prevalentemente sugli aspetti formali della decisione, senza affrontare le questioni di fondo che questa vicenda solleva.

Già prima della sentenza, la scelta dei nuovi direttori aveva generato perplessità tra il personale docente e i quadri scolastici del settore interessato. Il nodo centrale – ci teniamo a precisarlo – non riguardava le persone nominate in sé, quanto il criterio con cui erano state selezionate. Aveva destato sorpresa, infatti, la decisione di assegnare ruoli dirigenziali a figure prive di esperienza diretta nell’insegnamento medio superiore. Tale scelta appariva in contrasto con la prassi consolidata, secondo cui il possesso di un’esperienza specifica nel settore di riferimento rappresenta un criterio essenziale per ricoprire incarichi di questa natura.

Le perplessità insomma erano legate alla decisione di adottare una soluzione che in nessun modo poteva essere percepita dal mondo delle scuole medie superiori come espressione del proprio coinvolgimento partecipativo, proprio in un momento in cui ci si trova ad affrontare sfide particolarmente significative, tra cui l’applicazione di una riforma federale degli studi liceali e la riorganizzazione della Scuola Cantonale di Commercio.

Paradossalmente ciò che si chiede al direttore o al vicedirettore di un istituto scolastico (l’abilitazione professionale nel settore unita all’esperienza di insegnamento) non varrebbe più per chi è chiamato a dirigere il settore stesso. In altre parole per i posti di alti funzionari sembra valere un principio aziendalistico: si sceglie un amministratore, un gestore, poco importa se accreditato nel settore che andrà a dirigere.

È questo il principio che più ci preoccupa, anche se, sulla base della sentenza del TRAM, nel caso in esame persino l’esperienza gestionale (chiesta nel bando di concorso) faceva difetto. Sorge allora il dubbio che l’intenzione della Divisione della Scuola sia stata prioritariamente quella di avere in seno allo staff delle persone allineate agli indirizzi pedagogici decisi dalla stessa, evitando quel dinamismo dialettico che è vitale nella scuola. Da tempo si condanna l’eterodossia, considerata pedagogicamente pericolosa.

Il punto centrale della questione riguarda l’equilibrio che chi dirige l’istituzione scolastica sceglie di adottare tra due diverse prospettive: quella che considera il corpo docente innanzitutto come destinatario di indicazioni provenienti “dall’alto” e quella che valorizza l’esperienza degli insegnanti come risorsa per il miglioramento del sistema educativo “dal basso”. Sono attitudini entrambe che chi copre ruoli di responsabilità deve assumere, ma se la prima offusca la seconda il rischio di fratture e incomprensioni tra gli insegnanti e i vertici del Dipartimento diventa reale.

Ancora non ci è dato sapere come il Consiglio di Stato abbia deciso di reagire alla sentenza del TRAM. Ciò che possiamo comunque dire è che, in relazione alle preoccupazioni che qui abbiamo espresso, le dichiarazioni da lei rilasciate il 26 febbraio scorso ci sono apparse insoddisfacenti. Crediamo che su questi temi vi sia l’urgenza di cambiare rotta, non più solo a parole. Anche a costo di scontentare qualcuno ai vertici del Dipartimento.

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COMMENTI
 

Zeno 3 ore fa su tio
E ora di smetterla con la politica orchestrata dai sinisatroidi

Riffo 11 min fa su tio
Risposta a Zeno
Come ho scritto sotto: se c’è una ginecologa rossa a capo dei nostri docenti e dei nostri scolari… che Dio ci aiuti!

Riffo 15 ore fa su tio
devo ancora capire come una ginecologa possa gestire le scuole... mah...

Rigel 14 ore fa su tio
Risposta a Riffo
Non mi aembra che finora ci siano state molte persone provenienti dal mondo scolastico. Avvocati, ingegneri... Il problema non è quello, è che bisognerebbe avere l'umiltà di ascoltare (gli insegnanti, la popolazione). In certe persone invece sembra prevalere l'arroganza del "comando io, decido io, non mi importa di quello che pensano di me". Per un politico potrebbe essere un autogol...

1949 1 ora fa su tio
Risposta a Riffo
Ma...anch'io mi sono fatto questa domanda. Si vede che anche come ginecologa ha pica credibilità.

1949 1 ora fa su tio
Risposta a Rigel
Esatto e LA SIGNORA è "fatta" di questa pasta

1949 17 ore fa su tio
Ma non era meglio che restava a Berna. Qui non ne ha ancora combinata una buona.
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