
L'inverno è alle spalle, ma Confederazione e Cantone non hanno ancora deciso cosa fare con l'Alta Vallemaggia. Il video a Piano di Peccia.
LAVIZZARA - Piano di Peccia. Nove mesi dopo l'alluvione del 30 giugno 2024. È una giornata soleggiata. C'è ancora un po' di neve qua e là. «Serve a coprire le ferite – sussurra Giordano Rotanzi, abitante del posto e titolare del progetto solidale Tücc Insema –. È la prima volta che non ho fretta di vedere la primavera».
La domanda – In Alta Vallemaggia, il lungo inverno è alle spalle. E al Piano di Peccia ci si "risveglia" con una domanda urgente. Arriveranno aiuti economici dalla Confederazione e dal Cantone? «Forse tra qualche anno», ironizza Eliana Mosconi, gerente dello storico Ristorante della Posta.
«Aiutateci» – Diego Flocchini, abitante del posto, è esplicito. «Inutile mandare i soldi ai Paesi in guerra. La guerra non è colpa nostra. Qui da noi c'è bisogno di aiuto».
Quanto serve? – Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara, è parecchio sollecitato in tal senso. «Sono settimane di attesa – ammette –. Da soli non riusciamo a coprire i costi dei danni. Sappiamo che solo per la Lavizzara ci servirebbero tra i 12 e i 15 milioni di franchi. Da questa cifra è ovviamente esclusa la Valle Bavona che fa parte del territorio di Cevio e per cui servirebbero altri fondi».
Il Cantone attende – La Confederazione in un primo momento aveva dichiarato di non volere andare oltre a livello di aiuti. «Ma l'opera di sensibilizzazione che abbiamo fatto dovrebbe portare i suoi frutti – riprende il sindaco –. Sono fiducioso. Il Cantone? Penso che prima di stanziare una somma, aspetti di vedere quanto stanzierà Berna».
Dopo nove mesi pulisce ancora la legna – Al Piano di Peccia, uno dei luoghi più toccati dal disastro, c'è chi respira ancora amarezza. Americo Giulieri ci mostra la sua legnaia. «Guardate, dopo tutto questo tempo sto ancora ripulendo la mia legna dai detriti. Il pensiero va sempre a quel giorno».
«Il disastro torna alla luce» – Quel giorno in cui se ne sono andate otto vite. Tre in Lavizzara e cinque in Bavona. «La neve si sta sciogliendo – evidenzia Guido Leoni che abita al Piano di Peccia da tanti anni –. E riporta alla luce il paesaggio sconvolto che per un po' avevamo dimenticato. Non è un grande stimolo rivedere questi disastri. Speriamo che qualcuno sistemi».
Tutto da capo – A sperare in una svolta decisiva è anche chi aveva un'attività economica e ora si trova quasi a piedi. Dopo avere perso praticamente tutto, Ivan Mattei e la sua famiglia attendono ancora un posto in cui fare sorgere l'omonima azienda agricola. «Avevamo un'opzione. Ma non è andata a buon fine. Dobbiamo ricominciare l'iter da capo. È logorante».
«Serve ordine» – Tra le vie del villaggio ecco Elba Torelli, una signora simpatica e combattiva. Anche lei è piuttosto convinta nel modo di esprimersi. «Adesso ci aspettiamo del movimento – dice –. L'auspicio è che si faccia un po' di ordine e che da Berna arrivi un sostegno concreto».
Cosa succede nelle prossime settimane – «Una parte dei lavori di ripristino li stiamo già facendo – fa notare Dazio –. Parlo di quelli comunali, sussidiati dal Cantone. Per gli altri stiamo attendendo notizie dalla Confederazione appunto. Dobbiamo ad esempio pensare al rifacimento di diversi chilometri di argine del fiume».
«Supereremo anche questa» – Chiusura con Giordano Rotanzi. Affacciato al suo furgoncino lancia un bel messaggio: «Nonostante tutto, il morale è buono. La gente di montagna è forte. Supereremo anche questa».