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LUGANO

Posata la prima pietra della nuova Casa Vanoni

Il Centro Educativo per Minorenni sarà alto sette piani e avrà un costo complessivo di quasi 20 milioni di franchi
Fondazione Antonia Vanoni
Posata la prima pietra della nuova Casa Vanoni
Il Centro Educativo per Minorenni sarà alto sette piani e avrà un costo complessivo di quasi 20 milioni di franchi

Dopo 137 anni di attività, la Fondazione Antonia Vanoni ha dato inizio questa mattina a Lugano-Molino Nuovo a un nuovo capitolo della sua lunga storia al servizio dei minori in difficoltà.

I rappresentanti della proprietà, insieme al Consigliere di Stato On. Raffaele De Rosa, l’Amministratore apostolico della Diocesi di Lugano Mons. Alain de Raemy e la Presidente del Consiglio comunale di Lugano On. Benedetta Bianchetti, hanno simbolicamente posato la prima pietra del nuovo edificio in Via Simen 11: una vera, nuova “casa” che permetterà di offrire spazi moderni, funzionali e ancora più accoglienti ai bambini e ragazzi in situazioni difficili.

I lavori di costruzione dureranno circa tre anni, con una consegna dell’edificio prevista per il 2027.

«Una casa per ragazzi provenienti da contesti familiari vulnerabili» - A inaugurare i discorsi il Consigliere di Stato On. Raffaele De Rosa, che nella sua veste di Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha seguito da vicino l’evolversi del progetto. «La posa di questa “prima pietra” – ha osservato De Rosa - non è solo un gesto simbolico, ma l’inizio concreto di un progetto che si trasformerà in una vera e propria casa per i minorenni provenienti da contesti familiari vulnerabili. Una casa che, come un rifugio sicuro, offrirà loro accoglienza, calore e fiducia in un futuro migliore».

Gli ha fatto eco l’Amministratore apostolico Mons. Alain de Raemy, che ha portato il saluto della Diocesi di Lugano, insieme a un messaggio di speranza per l’avvio dei lavori della nuova struttura. Un saluto e un augurio per l’inizio del cantiere è stato portato anche dalla Presidente del Consiglio comunale di Lugano On. Benedetta Bianchetti.

Sulla genesi dell’Istituto, le aspettative e le speranze si è soffermato il Presidente del Consiglio di Fondazione A. Vanoni, avvocato Stefano Camponovo: «Da decenni la nostra Fondazione voleva dare una nuova casa ai nostri ragazzi: la vecchia sede non era più confacente. Ci siamo guardati in giro, abbiamo cercato anche dei luoghi alternativi, ma poi ha prevalso la volontà di restare in centro, in un quartiere popolare, dove siamo da più di cent’anni. Ritorneremo sul nostro terreno, con una casa nuova al posto di quella vecchia».

Sui dettagli sia concettuali, sia architettonici sia finanziari della nuova costruzione si è infine soffermato il Direttore della Fondazione Vanoni Mario Ferrarini, nel suo ruolo di padrone di casa dell’evento. «La nuova Casa Vanoni vuole essere un luogo per accogliere, accompagnare e sostenere i giovani in un percorso di crescita, aiutandoli a diventare protagonisti della propria vita» ha esordito, precisando che con una struttura moderna, il centro potrà migliorare la qualità del supporto offerto, rafforzando l’équipe di specialisti e ampliando i servizi di accoglienza e reinserimento nella società».

Sette piani per quasi 20 milioni di franchi - Come spiegato dal Dir. Mario Ferrarini, la nuova Casa Vanoni sarà alta sette piani e avrà un costo complessivo di CHF 19’700’000.-. Ognuno dei cinque “gruppi educativi” avrà a disposizione un intero piano di 370 m2, per un totale di 47 giovani tra i 3 e i 20 anni di cui 35 in presa a carico residenziale e 12 accolti in collocamento diurno. Ogni piano sarà composto da camere singole, spazi dove ogni giovane potrà riflettere, crescere e trovare la propria strada in un ambiente protetto, in serenità e sicurezza.

Un luogo per socializzare e aprirsi verso la comunità - Ma la Casa Vanoni sarà anche un luogo di socializzazione, di vita comunitaria e di condivisione. «Abbiamo progettato ampi spazi dove i giovani potranno incontrarsi – ha proseguito Ferrarini - confrontarsi e crescere insieme, supportati dagli educatori che li sosterranno in ogni fase del loro percorso. La comunità è il cuore pulsante di questo luogo, e la condivisione di esperienze, sogni, fatiche e paure è ciò che renderà forte il legame tra i giovani, gli educatori e tutti coloro che contribuiranno a far crescere questo progetto».

Inoltre, si è pensato a due sale multiuso che saranno non solo spazi per attività e formazione, ma ambienti che si apriranno anche all’esterno, verso la comunità che ci circonda. «Vogliamo che la Casa Vanoni sia anche un punto di incontro e di scambio con la comunità di Molino Nuovo e non solo, un luogo dove la socializzazione e la partecipazione attiva con tutti possa avvenire senza barriere e pregiudizi».

Uno degli aspetti fondamentali di questa casa è l’accompagnamento offerto alle famiglie: un appartamento specifico è stato dedicato per il supporto ai giovani e ai loro genitori, un ambiente dove la consulente familiare (là dov’è possibile) affronterà il percorso di rientro al proprio domicilio, di supporto e di crescita.

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