Il professor Franco Berrino: «Cereali integrali, legumi, verdure, frutta e frutta secca per tenere lontane le neoplasie»
LUGANO - Si batte per tenere lontano dalla tavola i "veleni" del cibo presenti nei prodotti dell'industria alimentare e a 80 anni compiuti non smette di scrivere libri, passare da una conferenza all'altra, tenere rubriche su giornali e riviste, presenziare in programmi televisivi: lui, Franco Berrino, 80 anni e non sentirli, è stato ieri ospite di "Tisana", dove ha ribadito che mangiare bene e sano può ridurre il rischio di ammalarsi di tumore.
Le cinque varietà di cibo anticancro - E di tumori questo medico ed epidemiologo che ama la meditazione e il kimono, vive sei mesi all'anno sulle colline toscane in una casa-monastero e si ciba solo di prodotti biologici, ne sa qualcosa: per diversi anni ha diretto il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Se gli si chiede, in un'ideale classifica degli alimenti antitumorali, quali sono le prime cinque varietà di cibo che danno filo da torcere all'insorgenza delle neoplasie, risponde con il solito pacato garbo che «sono quelle menzionate nel Codice europeo contro il cancro, che è stato redatto dall'Agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro dopo avere rivisto tutti gli studi su alimentazione e tumore: cereali integrali, legumi, verdure, frutta e frutta secca».
Lavare bene frutta e verdura non elimina del tutto i pesticidi - Sulle verdure e la frutta, "innaffiate" con quantità industriali di pesticidi, si è tanto dibattuto a proposito dell'inefficacia del lavaggio sotto l'acqua corrente: il professore conferma che i fitosanitari non vengono eliminati del tutto.
«Chi non mangia biologico, ha un maggiore rischio di ammalarsi di cancro» - «Se le lavi bene le verdure - spiega - ne togli un po' di pesticidi, se sbucci la mela ne togli un po', ma ne rimangono e quindi la mia raccomandazione è fare il possibile per procurarsi cibi biologici, coltivati senza veleni. Chi non mangia biologico, ha un maggiore rischio di ammalarsi di cancro».
La giornata tipo a tavola: zuppa di miso e cecina a colazione, legumi a pranzo e digiuno per cena - Berrino osserva un "rigido" regime alimentare nell'osservanza del suo credo nutrizionale. Professore, una giornata-tipo a tavola a casa sua? «Una colazione abbondante, salata, e anche dolce talvolta. Incomincio in genere con il salato con una zuppa di miso o con una frittata di ceci, la cecina, poi un pranzo a base di cereali integrali e legumi e verdure e infine la cena migliore è saltare la cena».
Non c'è spazio o quasi per la carne, «se proprio se ne vuole fare uso, con moderazione, va abbinata a una porzione abbondante di verdura», mentre è vietata la carne in scatola e «gli insaccati che contengono sostanze cancerogene».
Sì al té verde in foglie e al vino, vietate le bibite zuccherate - Da bere: il tè verde in foglie bio «va benissimo», al contrario di «tutte le bibite e bevande zuccherate che possono aumentare fino al 30% il rischio di insorgenza di malattie cardio-respiratorie». Lo studioso sgombra poi il campo dalle obiezioni che una parte della comunità scientifica muove a coloro che si dicono a favore dell'assunzione di vino durante i pasti: «1 o 2 bicchieri al giorno di vino senza solfiti fa diminuire il rischio di essere colpiti da una malattia come l'Alzheimer».
«Lo zucchero è ovunque: leggere l'etichetta dei prodotti del supermercato e non comprare quelli che lo contengono» - Fra gli ingredienti che una sana alimentazione non contempla, come ricorda più volte il professore, vi è appunto lo zucchero raffinato. È presente dappertutto, in tutti i prodotti, da quelli dolciari a quelli salati (lo si trova anche - in certe marche - addirittura nei preparati di pesto).
Il professore invita a «leggere bene le etichette dei prodotti del supermercato» e a non comprare gli articoli che lo contengono, perché responsabile dell'innalzamento della glicemia (il livello di glucosio nel sangue). Berrino salva in parte lo zucchero di canna, ma non quello in bustina che troviamo anche al bar la mattina vicino alla tazzina di caffè, bensì «quello grezzo». Il motivo è che il tipico zucchero di canna in cristalli «invece di contenere il 97,5% di saccarosio ne contiene 85, è un pochettino meglio, ci sono un po' di proteine, di sali minerali. Insomma, per allontanarsi dallo zucchero bianco uno può cominciare con lo zucchero integrale vero, che è appunto quello grezzo».
La "moda" dei digiuni - Da qualche tempo, nel campo delle strategie salutistiche, sembra avere preso piede la "moda" dei digiuni: lo studioso è favorevole.
«L'8:16 (ndr. si limitano i pasti nell'arco delle 8 ore e ci si astiene dal cibarsi per 16 ore filate) va molto bene - afferma - come anche il 10:14. Aiuta a dimagrire (soprattutto il digiuno serale), aiuta a curare certe patologie legate all'insulina troppo alta come l'ovaio policistico, per esempio, e con tutta probabilità aiuta a prevenire anche le malattie neurodegenerative».