Il 2024 della polizia cantonale: meno furti e violenza in casa. Più reati digitali. Stabili le rapine. Impegnativa l'alluvione in Vallemaggia
BELLINZONA - Quello appena trascorso è stato un anno «impegnativo» per la polizia cantonale. A certificare quest'affermazione - ribadita sia dal Comandante Matteo Cocchi sia dal Direttore del Dipartimento delle Istituzioni (DI) Norman Gobbi durante la tradizionale conferenza stampa di bilancio delle attività - sono state le chiamate indirizzate alla Centrale comune d'allarme (CECAL) salite a 246'702, ovvero quasi 675 al giorno.
Il peso dell'alluvione - Sul bilancio degli interventi ha ovviamente pesato il maltempo in Vallemaggia e, più in generale, le numerose allerte meteo vissute in quello che è stato il terzo anno più caldo dall'inizio delle misurazioni nel 1864. «La tragedia che ha colpito la Vallemaggia ha richiesto un notevole impegno», ha sottolineato Cocchi, ricordando quanto realizzato in quei difficili momenti: dai primi soccorsi, al ripristino dei danni, fino al ritrovamento dei corpi senza vita di sette delle otto persone date per scomparse durante l'alluvione.
Calano i furti - Rispetto al 2023 c'è stata invece una diminuzione dei furti, scesi del 10%. Restano invece stabili - a quota 699 - i furti con scasso nelle abitazioni. «Combattere questo genere di reati resta una delle nostre priorità», precisa Gobbi. «Soprattutto per l'impatto che hanno nella sfera personale e nella vita privata delle persone».
Rapine «non premeditate» - Anche nel capitolo rapine vi è una sostanziale stabilità (36 infrazioni contro le 34 del 2023). Ma a cambiare sono le modalità. Spesso, infatti, le rapine non erano premeditate. «In diverse occasioni - precisa Gobbi -all’origine dell’intervento vi sono state liti, risse o aggressioni che per diversi motivi sono poi sfociate con la sottrazione di beni appartenenti a uno o più dei protagonisti».
Parola chiave: «Prevenzione» - In leggero calo anche gli interventi in ambito familiare che nel 2024 sono stati 982. «Possiamo definire questo fenomeno sotto controllo. Con riduzioni piccole ma costanti di anno in anno», sottolinea Gobbi, ricordando l'importanza della prevenzione in questo ambito. Prevenzione che è «fondamentale» anche per quel che concerne gli infortuni sul lavoro, che lo scorso anno sono pure aumentati.
Reati digitali in aumento - Anche in Ticino come nel resto della Svizzera sono in aumento i reati digitali. Ma la crescita è meno marcata che a livello nazionale (+7%). «Gli incrementi maggiori - ricorda Gobbi - si registrano per l’abuso di un impianto per l’elaborazione di dati e le truffe».
Colpo grosso in Polonia - E parlando di truffe, impossibile non ricordare gli arresti in Polonia legate alle bande criminali che effettuavano le cosiddette "Chiamate shock" ai danni dei nostri anziani. Un risultato brillante che per Cocchi dimostra che la polizia ticinese sia «un Corpo riconosciuto al di fuori dei confini cantonali». «Questo - precisa il Comandante - non è un risultato scontato che dipende anche dalla chiara volontà di essere parte integrante di una rete professionale che supera il Ticino. È attraverso la sinergia e la condivisione di competenze che possiamo affrontare con successo le minacce che minano la sicurezza graziale coordinamento operativo e al costante scambio di informazioni a livello internazionale, federale e cantonale».
Diciannove vite spezzate - Durante la conferenza è pure stato ricordato «il sensibile aumento» degli incidenti mortali verificatosi sulle strade ticinesi (ne avevamo già parlato qui). In particolare Gobbi si è soffermato sull'età media delle vittime, che è di sessant'anni, e che in quattro casi la probabile origine dell'incidente è dovuto a un malore. «Il crescente coinvolgimento di anziani negli incidenti mortali - ha ricordato il Direttore del DI - è un fenomeno in atto da fine anni ’90. In questo ambito il progetto “Strade sicure” ha realizzato un pacchetto di offerte di aggiornamento a 360 gradi, destinato in particolare a chi ha raggiunto e superato i 70 anni, per guidare in tutta sicurezza nella terza e quarta età».
«Intenso ma proficuo» - Insomma la polizia cantonale ha avuto un anno intenso. Ma proficuo. Perché come ha sottolineato in conclusione Gobbi, il Ticino resta tra i cantoni più sicuri. «Pur essendo un cantone di confine abbiamo un sistema di sicurezza che funziona».