La denuncia dell'Organizzazione per il lavoro in Ticino: «Nessuna difesa dei dritti dei lavoratori»
AGNO - Dopo i 25 licenziamenti del mese di novembre 2019, in questi giorni alla Mikron di Agno si starebbe consumando il "secondo atto" (già anticipato alla fine di maggio) della consegna delle «47 lettere di licenziamento, oltre alle modifiche contrattuali al ribasso notificate ad altri 57 lavoratori ai quali è stata ridotta l’attività lavorativa (quindi il salario) nella misura del 25% -30%». A segnalarlo è l'Organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin) che non esita a parlare di dipendenti «licenziati e abbandonati a se stessi di fronte a una direzione che si dimostra senza scrupoli».
Anche TiSin, come altri in precedenza, rievoca l'oltre milione di franchi di sussidi dal Cantone, ricevuti dall'azienda di Agno «per pseudo rinnovamenti tecnologici che stridono pesantemente con le procedure di licenziamento che da tempo si susseguono con regolare e spregiudicata frequenza».
«Si tratta - conclude L'organizzazione per il lavoro - di procedure melmose che non esitiamo a definire vergognose, anti sociali e anti sindacali poiché ci si trova di fronte a subdole procedure di licenziamento ideate e gestite prevalentemente dalla direzione Mikron, senza una autentica difesa collettiva dei diritti dei lavoratori e degli interessi del territorio». «Il fatto più avvilente della situazione è il vigliacco tentativo di voler far calare una cortina di silenzio sul dramma che stanno vivendo i lavoratori colpiti dal provvedimento e le loro famiglie», segnala TiSin sollecitando le autorità cantonali a fare chiarezza sui sussidi elargiti alla Mikron di Agno che sono sconfinati nella serie di licenziamenti evidenziati.