Grandi eventi bloccati fino a marzo 2021? Un'eventualità che fa paura. A colloquio con lo specialista Gabriele Censi.
Ospite di piazzaticino.ch spiega: «Noi in questo momento non possiamo garantire nulla. È difficile portare avanti trattative anche con i manager».
LOCARNO - Niente grandi eventi, sopra le mille persone, fino a marzo 2021. È l'ipotesi sollevata negli scorsi giorni dal quotidiano "Tages Anzeiger". Il Governo federale starebbe valutando questa opzione come misura preventiva anti Covid. Tio/20Minuti ne ha parlato con Gabriele Censi, organizzatore di eventi e responsabile della GC Events, ospite di piazzaticino.ch.
Una reazione su questo possibile scenario?
«Sappiamo che è imminente una presa di posizione federale sul tema. Per ora è solo una speculazione. Ma non nascondo che ci preoccupa».
Una speculazione che, in ogni caso, crea ansia.
«Per portare una grande star in Ticino, bisogna lavorare con grande anticipo. Noi, come organizzatori, in questo momento non possiamo garantire nulla. È difficile portare avanti trattative anche con i manager».
Di certo il limite delle mille persone in Svizzera resta almeno fino al 31 agosto. Il 12 agosto da Berna potrebbero arrivare nuove direttive. Intanto la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) vorrebbe imporre lo stop ai grandi eventi almeno fino a fine 2020. Come state vivendo questa estate di attesa?
«In primavera ci eravamo messi il cuore in pace per quanto riguardava l'estate 2020. Ora le cose si complicano. Non possiamo aggiungere nuovi appuntamenti neanche per l'autunno. Lavoriamo anche nel resto della Svizzera. Diverse strutture sono in difficoltà, perché non sanno dirci quale sarà la capienza che si potrà avere tra qualche mese».
Quanto vi preoccupa l'autunno?
«Abbastanza. Il pubblico ha bisogno anche di riabituarsi all'idea di tornare nei teatri, di acquistare biglietti in prevendita. Abbiamo messo in atto diversi posticipi. Varie manifestazioni sono state spostate a gennaio 2021. Regna l'incertezza totale. Ci si chiede continuamente qual è la data giusta per riposizionare un evento».
Anche lo sport arranca. Il presidente dell'Hockey Club Losanna ha manifestato tutta la sua preoccupazione per i mesi a venire...
«Spesso si pensa che il mondo dell'intrattenimento sia poco importante. In Svizzera circa 275.000 persone lavorano in questo mondo, e almeno una persona su dieci ha a che fare con questo ambito. Ad esempio, i fornitori di servizi di sicurezza. Un sacco di aziende si trovano nei guai».
Un appello alla politica?
«La salute pubblica sta comunque al primo posto. È chiaro che ci teniamo a fare capire che ci sono tantissimi interessi economici dietro al nostro settore. Ci sono stati dei sostegni statali. Anche le autorità non si aspettavano il perdurare di questa situazione. Dovesse continuare, il sostegno economico dovrebbe essere potenziato. Altrimenti tante medie imprese potrebbero morire. È importante che chi prende le decisioni, le prenda con le giuste misure».
Ritorno alla normalità, status quo fino a marzo, oppure una terza via che il Consiglio federale starebbe considerando: la possibilità di grandi eventi su autorizzazione. Che ne pensa?
«Non la vedo così male. Potrebbero esserci compromessi interessanti. Permetterebbe di potere trovare soluzioni, di avere eventi con più di mille persone a determinate condizioni. Cerchiamo di rimanere ottimisti. E spero che la gente, una volta che tutto tornerà come prima, possa supportarci».