L’ex funzionario del DSS nega di aver costretto la giovane ad avere dei rapporti
Ma la vittima, sentita in aula in merito a un episodio in particolare, conferma di essere stata minacciata: «Mi ha detto che avrebbe portato a termine il tentativo di suicidio»
LOCARNO - «Con lei c’era una relazione sostanzialmente paritaria, nonostante la differenza d’età». Anche in Appello, l’ex funzionario del DSS alla sbarra per abusi sessuali avvenuti tra il 2004 e il 2005 (quanto successo prima è in prescrizione) sostiene che con la vittima c’era un rapporto affettivo. Si trattava di una giovane conosciuta nell’ambito delle attività giovanili da lui promosse in seno all’amministrazione cantonale.
Per l’accusa - rappresentata in aula dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli - quella relazione si sarebbe invece basata su pressioni psicologiche esercitate dallo stesso imputato, oggi sessantunenne. E in due occasioni l’uomo avrebbe fatto ricorso anche alla violenza.
La vacanza e il tentato suicidio - Sarebbe avvenuto anche durante una vacanza di alcuni giorni in Liguria. Ma anche in questo caso l’imputato - difeso dall’avvocato Niccolò Giovanettina - nega fermamente: «Non l’ho mai afferrata per il bavero della giacca o al collo».
Al rientro dalla vacanza c’era poi stato un periodo di separazione. Una separazione voluta dalla giovane. E in seguito alla quale lui l’avrebbe assillata telefonicamente, secondo l’accusa. «Ero dispiaciuto, ma non l’ho contattata. Sono però stato contattato da un familiare della ragazza, che mi ha minacciato e insultato» sostiene l’imputato.
L’imputato aveva quindi tentato di togliersi la vita. Sempre secondo l’accusa, l’ex funzionario ha poi incontrato la vittima. «Non l’ho cercata, lei si è messa in contatto con me» afferma però l’ex funzionario. «Mi ha chiesto se potevamo vederci». Un incontro che sarebbe poi avvenuto all’aperto e in cui avrebbero parlato di quanto successo. «Non abbiamo fatto sesso».
La versione della vittima - Ma l’atto d’accusa imputa al sessantunenne di aver costretto, in quell’occasione, la giovane a un rapporto completo. E la stessa vittima lo conferma in aula, con voce spezzata. «Si è fatto trovare fuori dalla scuola e mi ha chiesto di accompagnarlo a casa. Lì mi ha mostrato le ferite ai polsi, dicendomi che se non mi fossi rimessa con lui, se non avessi soddisfatto le sue richieste, avrebbe portato a termine il tentativo di suicidio» risponde al giudice Giovanna Roggero-Will.
Anche in altre occasioni, sempre secondo l’atto d’accusa, avrebbe costretto a ragazza a rapporti sessuali o a toccamenti. Ma l’imputato nega ogni episodio: «Ci sono stati semplicemente degli incontri».
Il dibattimento è stato sospeso fino alle 14.