Si profila il processo per i due italiani che ottennero illecitamente crediti per oltre un milione e mezzo di franchi.
Nei loro confronti il procuratore pubblico Daniele Galliano ipotizza i reati di ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti. Rischiano fino a cinque anni di carcere.
BELLINZONA - Sono stati rinviati a giudizio i due imprenditori italiani arrestati lo scorso mese di gennaio per aver ottenuto illegalmente oltre un milione e mezzo di crediti Covid-19 dalla Confederazione.
Il procuratore pubblico Daniele Galliano - come anticipato dalla Rsi - ha infatti chiuso negli scorsi giorni l'incarto relativo alla truffa. Per i due imputati, che si trovano tuttora in prigione, si profila quindi il processo. I due imprenditori rischiano dai due ai cinque anni di carcere per i reati di ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti.
I due truffatori sono infatti gravemente sospettati di aver fornito - a più riprese nel corso della seconda metà del 2020 - false informazioni con bilanci alterati al fine di ottenere più crediti garantiti dalla Confederazione di quelli che avrebbero avuto diritto. Il denaro sarebbe poi stato utilizzato per scopi estranei a quanto stabilito dall'Ordinanza federale sulle fideiussioni e in particolare per far fronte a spese personali.