Un 46enne italiano residente nel Bellinzonese avrebbe percepito oltre mezzo milione di franchi senza averne il diritto.
L'uomo avrebbe utilizzato il denaro per scopi personali. Nei suoi confronti il procuratore pubblico Daniele Galliano ipotizza i reati di ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti.
BELLINZONA - Un altro arresto in relazione a irregolarità riguardo ai crediti Covid-19. Dopo i due imprenditori italiani finiti in carcere a gennaio e che presto andranno a processo, a finire in manette questa volta è un 46enne italiano residente nel Bellinzonese. L'uomo - fanno sapere il Ministero Pubblico e la Polizia cantonale in una nota congiunta - è «gravemente sospettato» di aver fornito «a più riprese false informazioni» al fine di poter beneficiare dei crediti garantiti dalla Confederazione.
I fatti, avvenuti nella seconda metà del 2020, avrebbero garantito al 46enne l'ottenimento un importo complessivo di oltre mezzo milione di franchi. «Il denaro conseguito indebitamente - precisano ancora le autorità - sarebbe stato utilizzato per scopi estranei a quanto stabilito dall'Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 e, in particolare, per far fronte a spese personali». L'uomo ci ha poi riprovato successivamente, ma in questa seconda occasione non è riuscito nel proprio intento, finendo nel mirino della procura e successivamente in prigione.
Il suo arresto è stato nel frattempo confermato dal Giudice dei provvedimenti coercitivi, mentre le ipotesi di reato a suo carico sono quelle di ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Daniele Galliano.