Il gerente dell'Oceano scrive a Gobbi: «Troppe ragazze irregolari e non sicure».
Solo una cinquantina sarebbero attive nel Luganese. Ma sull'intero territorio cantonale se ne conterebbero fino a un centinaio.
LUGANO - Le foto con tanto di numero telefonico arrivano dai siti noti che non è necessario nominare. A inviarcele è Bernhard Windler, gerente dell'Oceano di Lugano. Sono decine, la maggior parte nel Luganese, ma non solo. Discinte, in pose inequivocabili, offrono servizi a luci rosse. E ce n'è per tutti i gusti.
Così è il mercato della prostituzione. Legale in linea di massima, ma interdetto fino a questo lunedì a causa delle restrizioni in atto per contrastare la pandemia, per la quale erano stati "posti i sigilli" ai locali a luci rosse. Tralasciando questo "dettaglio", le ragazze che si trovano su questi siti, svolgono il mestiere più antico del mondo in casa. E la legge è molto chiara in questo senso: in appartamento la prostituzione si può esercitare solo previa autorizzazione e in locali ad uso commerciale.
Secondo Windler, però, tutte queste ragazze sarebbero irregolari. O almeno la maggior parte. E non è difficile immaginarlo, visto che uno scenario simile era già emerso da una nostra ricerca effettuata l'ottobre scorso. Insomma non solo la situazione non sembra essere cambiata, ma sembra essersi semmai consolidata.
La lettera a Gobbi - Tanto da indispettire il "patron" dell'Oceano, che a tal proposito negli scorsi giorni (quindi prima della riapertura) ha voluto scrivere una lettera a Presidente del Governo ticinese, Norman Gobbi. «Vedo continuamente presenti, su un noto sito d'incontri, una cinquantina di ragazze “solo” sulla piazza di Lugano».
«Le ragazze - sottolinea Windler - sono costrette a lavorare illegalmente, senza nessuna sicurezza, senza pagare le tasse volute dalla nuova legge sulla prostituzione cantonale. Lo fanno, giustamente, per sopravvivere».
«Ho sempre preso seriamente il mio lavoro e le mie responsabilità - conclude il gerente del locale luganese - rispettando regole e leggi. Attualmente però vedo una situazione fuori controllo che vanifica tutto il lavoro fatto fino ad oggi».
Una ventina di denunce - Al momento, da Gobbi non è giunta nessuna risposta. Ma, contattata, la Polizia cantonale ci fornisce alcuni dati: «Il settore della prostituzione viene costantemente monitorato dai servizi preposti della Polizia cantonale», ci spiegano.
In termini generali, «laddove emergono sospetti di possibili reati o irregolarità, le autorità di perseguimento penale avviano quindi un’indagine». «In questo senso l’impostazione operativa viene di volta in volta adattata sulla base di tutta una serie di valutazioni e non ci è possibile entrare nel merito per ragioni tattiche» precisa la polizia.
In ogni caso, i controlli avrebbero dato qualche frutto: dal 22 dicembre, «giorno in cui è entrata in vigore la Risoluzione governativa che vietava la prostituzione in Ticino», al 18 aprile, la Sezione TESEU della Polizia cantonale ha svolto «oltre 40 controlli, intimato una ventina di denunce ed effettuato i due arresti citati per promovimento della prostituzione».