Nel 2019 era finito sotto inchiesta per irregolarità nella gestione di oggetti sequestrati
BELLINZONA - Una pena pecuniaria, sospesa, di 150 aliquote giornaliere, una multa e il pagamento delle spese e tasse di giustizia. È la condanna che il procuratore generale Andrea Pagani propone nei confronti dell'agente della polizia cantonale che nel 2019 era finito sotto inchiesta per irregolarità nella gestione di oggetti sequestrati, in particolare di alcune armi. Ne danno notizia oggi le autorità.
Le ipotesi di reato sono quelle di falsità in documenti (con riferimento alla falsificazione di una firma su un contratto di acquisto di un'arma) e di ripetuta infrazione alla Legge federale sulle armi e le munizioni (per aver posseduto 34 armi e parti essenziali d'arma nonché 645 chilogrammi di munizioni senza aver dato avvio alle necessarie procedure d'autorizzazione). L'inchiesta ha invece permesso di escludere la commissione dei reati di appropriazione indebita e sottrazione di cose requisite o sequestrate.
Le armi, le parti essenziali d'arma e le munizioni possedute lecitamente e rinvenute nell'estate 2019 al domicilio dell'imputato sono state dissequestrate ma affidate al Servizio armi, esplosivi e sicurezza privata della Polizia cantonale. Per la parte restante (quella dunque non detenuta regolarmente) è stata invece ordinata la confisca e la distruzione. Non verranno rilasciate ulteriori informazioni.