Si apre oggi al Tribunale militare il processo nei confronti dell'ex comandante delle guardie di confine
LOCARNO - Una cassa nera in cui sono finiti più di 6'500 franchi destinati al personale come bonus, ma che sono stati utilizzati per aperitivi e regali. È questa la vicenda - avvenuta tra il 2009 e il 2018 in seno al Corpo delle guardie di confine (CGCF) - su cui si farà luce a partire da oggi a Locarno davanti a una Corte del Tribunale militare 3 presieduta dal colonnello Mario Bazzi.
Gli imputati sono l'ex comandante delle guardie di confine Mauro Antonini e l'ex capo dello stato maggiore. I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Elio Brunetti e Daniele Meier, sono accusati di reiterata gestione infedele, reiterata falsità in documenti e appropriazione indebita.
La cassa nera - come si legge negli atti d'accusa firmati dall'uditore tenente colonnello Martino Righetti - era stata creata nell'autunno del 2009 su ordine dell'ex comandante. Una cassa nera «per le spese di rappresentanza» legate all'attività di comandante. Tra queste si contano pranzi e biglietti d'auguri di Natale, come pure diversi regali, quali una bottiglia di Champagne, una penna stilografica Mont Blanc e venti coltellini Victorinox.
Il primo versamento - Ma i soldi che si trovavano in quella cassa provenivano dai fondi per i premi di prestazione per il personale. E infatti, per un primo versamento, l'ex comandante si era accordato, secondo la testi dell'accusa, con l'ex capo dello stato maggiore: a quest'ultimo era stato concesso un bonus di 7'000 franchi, a condizione che almeno 5'000 finissero nella cassa nera.
I buoni Coop e la lista di collaboratori - Un ulteriore versamento, sotto forma di buoni Coop, era stato effettuato alla fine del 2012, attingendo al budget per premi in natura che non era ancora esaurito ma stava per scadere. Si trattava di 3'500 franchi, che erano stati riscossi allestendo una lista fittizia di personale meritevole. Tutte persone che però non hanno mai ricevuto nulla. Una parte dei soldi è finita nella cassa nera. Alcuni buoni sono invece stati distribuiti a collaboratori che non erano però presenti nella lista.
Soldi destinati alla beneficenza - In quella cassa sono finiti anche poco più di 1'500 franchi che l'allora Circolo culturale del CGCF aveva destinato all'Associazione sportiva del CGCF o comunque in beneficenza. Anche in questo caso, l'ex comandante avrebbe chiesto all'ex capo dello stato maggiore di versare i soldi nella cassa nera. Da qui l'accusa di appropriazione indebita.
Nel complesso, come detto, tra il 2009 e il 2018, nella cassa sarebbe confluiti almeno 6'538.30 franchi. Ma se l'allora Amministrazione federale delle dogane avesse saputo che i bonus finivano in quella cassa nera, «con ogni probabilità non li avrebbe concessi».