Si tratta di un 61enne del Mendrisiotto, di un 31enne del Locarnese e di un 38enne del Luganese.
I tre si trovano in detenzione preventiva e sono sospettati di riciclaggio aggravato, ricettazione aggravata e falsità in documenti.
MENDRISIO - Non sono due, ma addirittura tre gli arresti avvenuti in Ticino nell'ambito di un'articolata inchiesta per ricettazione e riciclaggio, partita nell'autunno 2021 e svolta in collaborazione con i Carabinieri di Asti. Lo comunicano oggi il Ministero pubblico e la Polizia cantonale.
Venerdì scorso, le autorità hanno proceduto a una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale, oro, gioielli e denaro. L'operazione, coordinata dagli inquirenti della Polizia cantonale, ha interessato in particolare gli uffici di alcune società con sede nel Mendrisiotto (nonché delle abitazioni nel Luganese e nel Locarnese) e ha visto il coinvolgimento anche di agenti dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) per quanto di loro competenza.
Gli accertamenti erano finalizzati a comprendere se sussistevano i presupposti di reati di natura penale, con riferimento appunto a possibili attività di riciclaggio e ricettazione - attraverso una piccola fonderia e un ufficio cambi - del provento di innumerevoli furti con scasso (metalli preziosi e gioielli) avvenuti prevalentemente in Piemonte, Lombardia e Liguria. Il dispositivo ha già permesso di evidenziare diverse possibili anomalie che saranno ora oggetto di approfondimenti.
Al vaglio vi è in particolare la posizione di tre persone, che sono state poste in stato di arresto provvisorio. Si tratta di un 61enne e di un 31enne, entrambi cittadini italiani, rispettivamente dimoranti nel Mendrisiotto e nel Locarnese, nonché di un 38enne cittadino svizzero, residente nel Luganese. Nelle scorse ore, la misura restrittiva della libertà nei loro confronti è stata confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC). Le ipotesi di reato sono quelle di riciclaggio aggravato, ricettazione aggravata e falsità in documenti.
L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.