Il Tribunale federale ha respinto il ricorso del 38enne, confermando la sentenza del Tribunale amministrativo.
Il doppio cittadino svizzero-turco era stato arrestato nel 2017 durante un'operazione antiterrorismo e condannato lo stesso anno. Due anni dopo la SEM aveva poi deciso la revoca della sua cittadinanza.
BELLINZONA - Niente da fare per l'ex agente di Argo 1, che non avrà indietro il suo passaporto rossocrociato. Il Tribunale federale, al quale l'oggi 38enne si era rivolto l'11 agosto 2021, ha infatti rigettato il suo ricorso, convalidando la sentenza del Tribunale amministrativo federale (TAF) che a sua volta confermava il provvedimento di ritiro della cittadinanza adottato dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) nel 2019.
Secondo i giudici di Mon Repos, che hanno emesso la loro sentenza lo scorso 25 marzo, il TAF ha infatti «ampiamente esposto le ragioni per cui ha ritenuto giustificata la revoca della cittadinanza». Una revoca che la Corte di San Gallo aveva confermato, a suo tempo, precisando che con il suo agire l'ex agente avesse «seriamente minacciato la sovranità, la neutralità e la diplomazia della Svizzera», oltre a «metterne in pericolo la sicurezza interna ed esterna».
La vicenda - L'uomo, un cittadino dalla doppia nazionalità svizzera e turca, era stato arrestato il 22 febbraio 2017 durante un blitz antiterrorismo organizzato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in Ticino (qui il nostro focus sul caso Argo 1). Sempre quell'anno era stato condannato a due anni e mezzo di carcere (di cui sei mesi da scontare) dal Tribunale penale federale di Bellinzona per aver fatto opera di propaganda e proselitismo per il gruppo fondamentalista islamico Jabhat Al-Nusra.
Una prima svizzera - Il caso dello svizzero-turco fu una prima a livello nazionale. Fu infatti la prima persona con doppia cittadinanza a perdere il passaporto rossocrociato. Una decisione, quella presa dalla SEM, che indusse il legale dell'uomo a ricorrere prima al TAF e poi al Tribunale federale. Invano.