Emergono nuovi dettagli sull'incidente del 15 febbraio 2022 che ha visto protagonista l'agente della Gendarmeria della Polizia cantonale
MENDRISIO - Ruota tutta attorno al test dell'alcol, la vicenda dell'agente della Gendarmeria della Polizia cantonale finita nei guai, per essersi messa alla guida in stato d'ebrezza, diventando protagonista di un tamponamento a una manciata di metri dall'uscita autostradale di Mendrisio. Accadeva, come noto, il 15 febbraio 2022.
Martedì, il Ministero pubblico ha emanato 4 decreti d'accusa nei confronti non solo della poliziotta, ma anche dei due suoi colleghi intervenuti sul luogo dell'incidente, così come del capogruppo in servizio la sera dei fatti.
Nel puzzle ricostruito dalla Magistratura vi sono però alcuni punti che appaiono poco chiari. Per fare ordine in questa storia occorre dunque partire dall'inizio, o meglio, dagli istanti precedenti l'impatto tra i due veicoli, avvenuto attorno alle 19:30.
A folle velocità sull'A2 - Sappiamo che l'auto della poliziotta procedeva da sud in direzione dell'uscita autostradale. Stando a fonti ben informate, la velocità della donna era molto elevata, superiore a 170 chilometri orari (velocità media stabilita dal suo ingresso in autostrada su un tratto limitato a 100 km/h). L'impatto, nonostante la donna stesse per imboccare l'uscita, è avvenuto mentre procedeva ancora una velocità di circa 150 chilometri orari (sempre di media).
Distratta dal cellulare - La ragione di questa fretta sarebbe forse da attribuire al leggero ritardo accumulato dall'agente. La stessa si stava infatti recando sul posto di lavoro e avrebbe dichiarato di essersi schiantata proprio per distrazione: era al telefono per avvertire il suo superiore che avrebbe fatto tardi.
Il tentativo di nasconderne l'ubriachezza - Quanto accaduto dopo è in più o meno noto. Sul posto è intervenuta una prima pattuglia della stradale che si è occupata della messa in sicurezza della strada e delle persone coinvolte. Poco dopo sono arrivati i colleghi della diretta interessata. Questi hanno prelevato la donna portandola in gendarmeria senza effettuare prima un test con l'etilometro.
Da qui in poi i fatti sono abbastanza chiari: per cercare di coprire la collega uno dei poliziotti si è sottoposto a un primo alcol test (ovviamente negativo). Vi è stato poi un ripensamento che ha portato al risultato positivo.
I decreti d'accusa - Come noto, la donna è già stata condannata per grave infrazione alle norme della circolazione, guida in stato d'inattitudine e infrazione semplice alle norme della circolazione. L'agente che ha soffiato al suo posto rischia invece una pena sospesa per due anni di 45 aliquote giornaliere, una multa e il pagamento delle spese giudiziarie. Pena più lieve (15 aliquote giornaliere) è stata proposta per il secondo agente. Per il capogruppo invece, si prospetta il reato di tentato favoreggiamento.