Emessi i due decreti di accusa contro i turisti che provocarono il rogo che tenne occupati i pompieri per 20 giorni
GAMBAROGNO - Doppio decreto d'accusa per i due escursionisti svittesi che il 29 gennaio dello scorso anno diedero il via al maxi-incendio che per 20 giorni costrinse i pompieri a lottare contro le fiamme sul Monte di Gambarogno.
Il procuratore pubblico Simone Barca, come riferisce la Rsi, accusa i due d'incendio colposo, chiedendo nei loro confronti sei mesi di reclusione (sospesi con la condizionale) e una multa di mille franchi.
Il fuoco che i due accesero nel luogo dove si erano fermati a passare la notte, in barba al divieto vigente in quei giorni in Ticino, arrivò a devastare una superficie di 196 ettari e provocò danni quantificati in oltre 7,5 milioni di franchi, oltre la metà dei quali a carico del Comune di Gambarogno.
Una vicenda drammatica che ebbe, lo ricordiamo, anche un lato grottesco: i due, dopo aver tentato invano di contrastare le fiamme che si stavano estendendo, si erano incamminati in direzione dell'Alpe di Neggia dove avevano lasciato l'auto. Sul cammino avevano deciso di allertare i pompieri ticinesi, commettendo un grosso errore: digitando “Feuerwehr Tessin” non raggiunsero nessuna caserma locale, ma i militi della città tedesca chiamata appunto Tessin.