Tanta delusione, per Marco Chiesa, dopo il sì alla legge sul clima. «Ci fa precipitare in una crisi energetica», così l'UDC Ticino.
BELLINZONA - È un grande sì quello raccolto oggi dai promotori della legge federale su clima. Dopo tanto dibattere, il popolo svizzero l'ha infatti approvata con un deciso 59,1% dei voti. Gli unici cantoni a opporsi sono stati Turgovia, Appenzello Interno, Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto e Glarona. Il Ticino ha sostenuto la legge con il 54,8% delle preferenze.
«Si è cercato di creare timori» - «Questo risultato è positivo e mi fa molto piacere, anche perché non era da dare per scontato», commenta Alex Farinelli, consigliere nazionale e membro del comitato "Sì alla Legge clima". «Il fronte contrario ha messo in campo molti mezzi e condotto una campagna abbastanza aggressiva. Si è cercato di creare dei timori in coloro che andavano a votare, facendo passare questa legge per quello che non è». La legge sul clima «non parlava di questioni legate alla produzione di energia. Di questo si sta occupando il Parlamento», precisa infatti Farinelli, «si tratta di darsi un chiaro percorso per raggiungere gli obiettivi ambientali prefissati».
«Una battaglia portata fino in fondo» - Grande delusione, al contrario, per l'UDC. «Sapevamo che sarebbe stata una battaglia difficile, è stato però giusto portarla fino in fondo», così Marco Chiesa, presidente del partito. «Dopo l’energia nucleare, che fornisce il 30% della nostra elettricità, anche il 60% del nostro attuale approvvigionamento energetico dovrà essere sostituito. I partiti che hanno forgiato questa legge sono ora tenuti ad assicurare le loro promesse, promesse che dal canto nostro abbiamo sempre considerato utopiche. Gli impegni presi, comunque, sono chiari: nessun divieto o nuova tassa e approvvigionamento energetico sicuro, garantito e a un prezzo sostenibile. Questo è ciò che ci aspettiamo».
«Crisi energetica in vista» - Lapidario anche l'UDC Ticino: «La propaganda apocalittica dei sostenitori della legge ha avuto successo. Il Sì fa precipitare la Svizzera in una crisi energetica. Ora i prezzi dell’elettricità esploderanno e la sicurezza dell'approvvigionamento sarà fortemente minacciata. Pertanto, la questione relativa alla sostituzione delle centrali nucleari esistenti deve essere affrontata immediatamente».
La legge sul clima, lo ricordiamo, consiste in varie misure per mezzo delle quali la Confederazione intende perseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Queste misure comprendono un investimento di 2 miliardi di franchi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici o alimentati con olio o gas con impianti più rispettosi dell’ambiente e un importo d’incentivazione pari a 1,2 miliardi di franchi per le imprese del settore industriale e artigianale che adottano tecnologie innovative per una produzione ecocompatibile.