La denuncia di un gruppo di ragazze ospiti nella struttura: «Chi gestisce non fa nulla, abbiamo paura».
CHIASSO - «Una situazione ormai insostenibile», è quella denunciata da un gruppo di donne ospiti del Centro federale d’asilo di Chiasso che hanno consegnato oggi alla Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) una lettera aperta (alcuni estratti li trovate nei box qui sotto) che descrive le loro difficoltà quotidiane.
Il problema, sostengono le ragazze, riguarda la convivenza estremamente conflittuale con alcuni degli ospiti maschi della struttura che sfocia in insulti, molestie sessuali verbali e - in due casi estremi - anche fisiche.
«Se indossi vestiti estivi, ti insultano. Se non rispondi alle loro avances ti insultano e ti chiamano “prostituta”. Se sei lesbica (o se a loro sembri lesbica) ti insultano e ti dicono: “Vieni qui, hai bisogno di un buon ca**o perché così ritorni sulla retta via».
«È soprattutto un problema culturale», spiega a tio.ch una di loro, «ci troviamo confrontate con uomini che hanno una visione della donna molto conservatrice e ristretta che finisce per scontrarsi con la nostra voglia di integrarci e degenera. Alcuni di loro hanno problemi per come ci vestiamo, ci insultano oppure ci molestano verbalmente. Abbiamo paura e non giriamo mai da sole. Maschi e femmine vivono in due sezioni separate (a meno che non siano nuclei famigliari) ma ci si incontra ogni giorno nelle aree comuni della struttura e anche nei corridoi».
«Siamo un gruppo eterogeneo, di diverse nazionalità, dal Sudamerica fino al Nordafrica passando per il Medio Oriente», continua l’ospite, «rispettiamo tutti i punti di vista e tutte le culture ma questo non deve avvenire a spese della nostra libertà, e della nostra incolumità».
«Cose che non facciamo mai da sole: andare in bagno, lavarci, lasciare la stanza per esempio andare a caricare il telefonino (perché le prese sono negli spazi comuni). Spesso mangiamo unite in mensa, perché se sei da sola le molestie sono all'ordine del giorno».
Un punto, quest’ultimo, che la tocca da vicino: «Io, in particolare, sono lesbica», continua, «e questa cosa per alcuni è davvero intollerabile una volta sono quasi stata aggredita». Per quanto riguarda gli abusi sessuali, invece: «Circa due settimane fa, una ragazzina di 12 anni ha subito un contatto sessuale da parte di uno dei ragazzi della struttura, lei è stata spostata, lui però è ancora qui.».
Le donne del Centro, puntano il dito contro le autorità che gestiscono il Centro: «Non fanno nulla per gestire la situazione o per mediare queste situazioni di conflitto».
«Abbiamo paura, le donne qui hanno paura costantemente. Gli uomini fanno a botte costantemente, di giorno e di notte. La mattina troviamo tracce di sangue per terra, sui pavimenti, sulle scale».