A Rodi, la camera d'hotel di una famiglia di Lugano potrebbe essere andata distrutta dalle fiamme: «Dentro documenti, chiavi e gioielli»
RODI - «Stavamo tornando da una gita in barca quando ci hanno detto che non saremmo potuti più rientrare in albergo». Tra i turisti sfollati in quel di Rodi c'è anche una coppia di Lugano con un figlio, sull'isola greca dal 15 di Luglio e con rientro programmato per il prossimo mercoledì.
«Potremmo aver perso tutto» - «Inizialmente sembrava che avremmo trascorso fuori solo una notte. Ma la situazione è precipitata, il nostro albergo ha preso fuoco. Sono bruciati la reception, il ristorante, e venticinque camere nel blocco in cui eravamo alloggiati, probabilmente anche la nostra.
A pesare è anche il silenzio del tour operator: «Mi sento di dire che siamo stati abbandonati a noi stessi. Dopo 24 ore di silenzio da parte di Alpitour, forse qualcuno si presenterà stasera per dirci se ci rimpatrieranno o meno. In ogni caso siamo ancora indecisi sul da farsi. Se partiamo perdiamo tutto».
In quella stanza la famiglia luganese ha lasciato anche beni di valore: «Non abbiamo più nemmeno i passaporti, le chiavi di casa o della macchina. Poi c'è tutto il resto: vestiti, qualche gioiello, scarpe... Nella cassetta di sicurezza ho lasciato persino la fede. Ci è rimasta in mano giusto una carta di credito, con la quale stiamo sopravvivendo».
La sensazione d'abbandono - Da una parte cerca di capire il da farsi, dall'altra è già iniziata la conta dei danni. «Abbiamo già contattato il TCS, avendo la protezione viaggi ETI. Abbiamo provato anche a prendere contatto con l'ambasciata, ma è domenica e non risponde nessuno. Anche dal DFAE non siamo riusciti ad avere risposte. Un calvario...».
Intanto il rimpatrio sembra garantito fino a Milano. «Da da lì in poi come facciamo senza documenti e senza chiavi di casa e dell'auto? Per questo non abbiamo ancora deciso se partire. Stiamo aspettando che ci consentano di rientrare in albergo per capire se le nostre cose ci sono ancora. Da quello che so, invece, i 21 ticinesi intervistati stamattina, che erano nella nostra stessa struttura, stasera avrebbero preso un traghetto per Kos e domani un volo su Bergamo o Malpensa».
Mentre la nuova sistemazione non è certo delle migliori. Insomma la vacanza è decisamente finita: «Siamo in albergo, sì, ma accampati assieme a migliaia di altri turisti sfollati. Dormiamo per terra».
Tutto questo mentre nell'altra parte dell'isola la vita continua, come nulla fosse. «È solo la zona sud est ad essere interessata dagli incendi. Per gli altri è ancora una normalissima estate. D'altronde lo era anche per noi, fino a poche ore fa. Eravamo in mare aperto quando il battello ha iniziato ad oscillare per il vento. Quel vento credo sia stata la causa di tutto ciò che è successo di lì a poco».