Si tratta di due italiani che dovranno rispondere alle accuse di tentata truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti.
LUGANO - Tentata truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti, queste le accusa contro due cittadini italiani, di 60 e 65 anni rinviati a giudizio dalla procuratrice Chiara Borelli, nell'ambito di un'inchiesta sulla vendita di opere d'arte. La notizia è stata anticipata dalla Rsi.
I due uomini, arrestati lo scorso aprile, erano stati contattati da una collezione privata dal Luganese per gestire la vendita di una trentina tra dipinti e sculture. Per non restituire le opere d'arte i due truffatori hanno organizzato una vendita fittizia in Italia.
La proprietaria ha subito denunciato al ministero pubblico la truffa che ha aperto un'indagine. Non si conosce ancora la data del processo che si svolgerà presso le Assisi Criminali. La Corte sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.