Va scemando la pista del gesto volontario. I due erano stati a cena e non vi erano stati segnali di attrito. L'auto da giorni dava problemi
COMO - Dal litigio al guasto meccanico. Con il passare delle ore dalla tragica morte del 38enne e della 45enne - finiti sabato sera nel lago di Como con l'auto -, va scemando l'ipotesi del gesto volontario.
Proprio quel litigio, primo indizio emerso dalle indagini sulla base di una testimonianza raccolta, non troverebbe conferme tra chi ha visto i due nelle ore precedenti. E l'ipotesi più accreditata, stando anche a quanto riferito dalla sorella dell'uomo, sembra essere quella di un guasto meccanico: la donna agli inquirenti ha confermato infatti che l'auto, acquistata in leasing pochi mesi fa, negli ultimi giorni aveva dato già qualche problema
L'istruttore di volo della provincia di Bergamo e l'impiegata di Cantù, al loro primo appuntamento, erano stati infatti a cena al ristorante. Il personale di servizio, interrogato, ha dichiarato di non averli mai visti litigare. Insomma, almeno a tavola, la serata sembra essersi svolta normalmente.
Poi la tragedia. Secondo le testimonianze, l'auto era parcheggiata rivolta verso il lago, a circa tre metri dalla balaustra: i due sono saliti, l'uomo ha messo in moto e la vettura è schizzata in avanti al massimo della potenza, sfondando la ringhiera.
Gli airbag sono stati trovati aperti, probabilmente in seguito all'impatto con la superficie dell'acqua, così come aperte erano le portiere della vettura, recuperata dai vigili del fuoco a 15 metri di profondità. Proprio da quel Suv Mercedes (un Gls nuovissimo) e ripescato dal lago ieri pomeriggio, potrebbero emergere dunque indizi utili a far luce su quanto accaduto.
Sulle pagine social dei due, intanto, si sta riversando il dolore di parenti e amici. Tra i tanti messaggi, quello della sorella del 38enne: «Non ci sono parole solo un grande e immenso dolore. Ti voglio bene Morghy proteggi la mamma e il papà, donaci la forza di andare avanti. Ora voli sopra le nuvole solo come tu sapevi fare».