Dopo 25 anni, il fondatore della Sub Acqua Tenero Contra lascia la presidenza. Al microfono di Tio racconta gli interventi fatti negli anni
I membri della Società: «Molte persone oggi gli devono la vita, sia direttamente sia indirettamente».
TENERO-CONTRA - «È nato tutto cinquanta metri più in là, a sinistra». Arrigo Ghiggi, in piedi sulla sabbia in riva al lago Maggiore, a Tenero, indica con la mano il luogo in cui, nel 1965, affondò il mini sommergibile squalo tigre causando la morte del pilota Eduard de Pauli e del cineoperatore della TSI Franco Viganò.
Volto storico del salvataggio ticinese, l’uomo, 74 anni appena compiuti di cui 25 trascorsi come presidente della Società salvataggio Sub Aqua Tenero-Contra, al microfono di Tio ripercorre 40 anni di salvataggio e formazione in Ticino e oltre Gottardo.
«Dopo quel caso - aggiunge Ghiggi - Americo Galfetti ha fondato il “Centro salvataggio Sub Aqua Tenero-Contra”, che però dopo alcuni anni non funzionava. Così, nel 1990, mi ha chiesto se ero disposto ad assumere la presidenza di una nuova società». Nasce così la Società salvataggio Sub Aqua Tenero-Contra.
«All’inizio qui, sulla spiaggia, con i pochi soldi a disposizione abbiamo montato un carrozzone in legno - continua Ghiggi - dopo qualche mese, il lago è fuoriuscito e l’ha distrutto. Ai tempi stavano rimodernando il camping Campofelice: abbiamo ritirato una “mobile home” per usarla come sede. Dopo qualche anno, il nostro bellissimo lago è uscito e l’ha demolita. Abbiamo fatto richiesta di costruzione al Municipio di Tenero e abbiamo posato le fondamenta in cemento armato, posizionandoci sopra un prefabbricato».
Di professione infermiere militare ad Airolo, Ghiggi si è dedicato alle tecniche di salvataggio, pronto soccorso e rianimazione, formando centinaia e centinaia di salvatori: «Molte persone oggi - dicono di lui i soci - gli devono la vita, sia direttamente sia indirettamente». A questo proposito, davanti alla telecamera, ripercorre diversi interventi portati a termine, sottolineando come siano cambiate le attrezzature e come funziona la società. «Non ci si abitua al ritrovamento dei corpi - conclude - si resta sempre, almeno in un primo momento, un po’ scioccati. Ed è ancora più complicato quando si tratta di bambini».