Può tornare in libertà, nonostante sia stato giudicato colpevole, il 65enne del Locarnese alla sbarra alle Assise criminali.
LUGANO - «Lei sarà scarcerato immediatamente. Ma stia lontano dalla sua figliastra». È con queste parole che oggi, alle Assise criminali di Lugano, il giudice Mauro Ermani ha annunciato la condanna di un 65enne del Locarnese a un anno e quattro mesi di detenzione interamente sospesi con la condizionale per un periodo di prova di quattro anni.
La Corte ha stabilito che l'uomo, il cui rischio di recidiva è stato giudicato come alto, ha effettivamente abusato sessualmente della sua figliastra, che aveva tra i 13 e i 15 anni, e di un'altra minore, e l'ha ritenuto colpevole di ripetuti atti sessuali con fanciulli, violazione del dovere di assistenza o educazione, minaccia, ingiuria e discriminazione razziale. Ciononostante l'imputato, vista la pena sospesa, è, di fatto, libero da subito (dopo aver scontato otto mesi di carcere). Per lui è stata unicamente ordinata un'assistenza riabilitativa, più il divieto di prendere contatto, in qualsiasi forma e per un periodo di quattro anni, con la figliastra.
Vittima credibile - «Quando si parla di reati contro l'integrità sessuale, dove i testimoni sono rari, è decisiva la credibilità della vittima», ha premesso il giudice Ermani. «In questo caso la giovane è stata sentita una sola volta, e senza contraddittorio, ma il suo racconto è parso comunque sincero». La Corte «ha quindi accertato che il 65enne ha più volte cercato di toccare la vittima principale con un intento sessuale. Non è però stato possibile appurare se il suo agire sia sfociato in minaccia, quindi l'ipotesi della coazione sessuale non viene convalidata».
Urla e razzismo - Per quanto riguarda invece la violazione del dovere di assistenza o educazione, «in casa l'uomo ha creato un clima non soltanto malsano, fatto di urla e minacce, ma ha violato sistematicamente la privacy della figliastra, turbando il suo sviluppo». Confermata, inoltre, anche la discriminazione razziale: «Considera moglie e figliastra come esseri inferiori, chiamandole "n***e". E ogni commento si spreca».
Nonostante la scarcerazione, al 65enne non sono state riconosciute attenuanti: «Il suo comportamento processuale si è contraddistinto per un disprezzo verso la moglie, la figliastra e gli agenti di polizia. Come attestato dal perito, non soffre inoltre di patologie particolari».
La pubblica accusa, lo ricordiamo, aveva chiesto due anni e mezzo di detenzione, di cui un anno e mezzo sospeso con la condizionale per cinque anni, più un trattamento stazionario. La difesa, dal canto suo, aveva chiesto 11 mesi interamente sospesi con la condizionale.