La Polizia cantonale: «Verificate direttamente col vostro conoscente e interrompete ogni contatto con i malviventi».
BELLINZONA - Aveva cominciato a girare lo scorso anno, in particolare in estate, quando è più semplice che i figli siano in vacanza, separati dai genitori. Ma, nelle ultime settimane, diverse persone sono tornate a ricevere strani messaggi sul proprio telefono provenienti da numeri sconosciuti.
«Scrivimi appena puoi» - «Ciao papà (o mamma, è indifferente ndr), ho il telefono rotto - si legge nel testo - questo momentaneamente è il mio nuovo numero! Scrivimi su WhatsApp appena puoi!». Si tratta dell’ennesima truffa che viaggia su sms e Whatsapp. Infatti, se il genitore, magari preso da una comprensibile ansia, segue il consiglio e scrive al contatto pensando di aiutare il figlio in difficoltà, si ritroverà di fronte una richiesta di soldi (per comprare uno smartphone, per pagare le bollette o per ricaricare una carta prepagata). In alcuni casi, i malintenzionati chiedono anche gli estremi del conto corrente.
Non date seguito alle richieste - Il raggiro era “in voga” soprattutto nel 2023. Ma, stando ad alcune segnalazioni, sta tornando a fare capolino da entrambi i lati della frontiera (in maniera più decisa forse in Italia, nelle province vicine). A questo proposito, da noi contattata la Polizia cantonale sottolinea come si tratti di una modalità «nota agli inquirenti». In generale, «quando ci si trova confrontati con questa problematica, il consiglio è sempre quello di verificare direttamente con il proprio conoscente / parente se effettivamente abbia cambiato numero, interrompendo quindi ogni contatto coi truffatori e non dando seguito ad alcuna richiesta di dati riservati o denaro».
Infine, è importante «inoltrare una segnalazione alle autorità competenti e all’Ufficio federale della cibersicurezza (https://www.report.ncsc.admin.ch/it).
I dati - Al momento, in Polizia cantonale risulta una segnalazione per questo tipo di truffa.
Per quanto riguarda, in generale, le truffe telefoniche, soprattutto nella prima parte del 2023, i dati hanno confermato una continuità con l’anno precedente, ossia una forte recrudescenza del fenomeno delle “telefonate shock”: 46 le truffe consumate, per un danno complessivo di oltre 2'000'000 franchi, alle quali vanno sommati i numerosi tentativi segnalati che si attestano a oltre 1'300.
Fondamentale in questo campo è stata l’attività di prevenzione, che si è articolata da una parte con una trentina di conferenze pubbliche in diverse località ticinesi rivolte in particolare alle persone anziane, dall’altra con il lancio di una campagna a livello nazionale nel mese di settembre denominata Niente panico! Riappendete subito. Queste azioni hanno portato la popolazione a segnalare maggiormente situazioni anomale aiutando così gli/le inquirenti a mettere in campo misure e forze giungendo a numerosi arresti.
Le attività investigative hanno permesso, a fine dicembre, di trarre in arresto 12 autori/trici (6 uomini e 6 donne), di cui 10 in Ticino e 2 all’estero. Inoltre, grazie alla proficua collaborazione istituzionale internazionale, in Polonia è stato possibile eseguire un arresto congiunto di un esponente di spicco di un’organizzazione dedita a queste specifiche attività criminali.