Chiesti due anni interamente sospesi con la condizionale per il 71enne che abusò sessualmente del suo figliastro.
LUGANO - «L'imputato si è approfittato di un minore per dar sfogo alle sue pulsioni sessuali. E quanto sostiene, che voleva aiutarlo, è una menzogna». L'ha detto oggi in aula la procuratrice pubblica Anna Fumagalli, chiedendo la condanna del 71enne alla sbarra per aver abusato sessualmente del figliastro.
Per lui la pubblica accusa ha chiesto una pena di due anni di detenzione interamente sospesi con la condizionale per un periodo di tre anni, più l'interdizione a vita di praticare qualsiasi attività a contatto con minori. Per la madre del bambino, accusata di favoreggiamento, è stato invece proposto un anno e mezzo sospeso con la condizionale per due anni.
«Si è addirittura definito "un buon padre"» - «Durante l'inchiesta l'uomo è incappato in numerose incongruenze e contraddizioni», esordisce Fumagalli, evidenziando che «ha ammesso parte dell’accaduto solo a mano a mano che le risultanze dell'inchiesta lo inchiodavano».
L'anziano «ha inoltre banalizzato e minimizzato quanto da lui fatto, definendosi addirittura "un buon padre" e sostenendo di aver agito per alleviare la sofferenza del minore, che da tempo aveva problemi di gestione della sua sessualità. Questa, secondo quanto emerso dalle indagini, non è però che una menzogna: quanto da lui fatto trasuda perversione».
«Dal profilo cognitivo il bambino aveva sei anni» - Il 71enne, insiste, «ha approfittato del rapporto privilegiato che aveva con il bambino e della sua posizione di potere, premeditando tutto». La procuratrice evidenzia poi come a causa del suo grave ritardo mentale il bambino fosse particolarmente indifeso: dal profilo anagrafico, infatti, al momento dei fatti aveva tra gli 11 e i 12 anni, «ma dal profilo cognitivo ne aveva sei».
In seguito all'accaduto, inoltre, «il bambino ha mostrato segnali di forte sofferenza. L'imputato evidentemente ha compromesso il suo già fragile sviluppo cognitivo».
La procuratrice parla poi dell'atteggiamento assunto dal 71enne sia in corso d'inchiesta che durante l'odierno processo, sottolineando come non abbia mai dimostrato alcun pentimento. «L'alta stima di sé, la tendenza a stabilire relazioni di dominanza, il disinteresse per i sentimenti altrui e i tratti perversi delle sue relazioni sono le principali caratteristiche della sua personalità».
Oltre un anno di silenzio - La madre del bambino, dal canto suo, «ha appreso quello che era successo e ha comunque taciuto per oltre un anno, per timore di perdere il permesso di domicilio e la custodia dei figli», conclude.