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SVIZZERAFaceva proselitismo per l'ISIS e stava pianificando un attentato

18.07.24 - 09:57
Un 51enne algerino e richiedente l'asilo in Svizzera verrà processato per terrorismo al Tribunale penale federale di Bellinzona.
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Faceva proselitismo per l'ISIS e stava pianificando un attentato
Un 51enne algerino e richiedente l'asilo in Svizzera verrà processato per terrorismo al Tribunale penale federale di Bellinzona.

BELLINZONA - Arrivato in Svizzera ha subito fatto domanda di asilo, questa è stata respinta e gli è stato intimato di lasciare la Confederazione. Circa un anno dopo la sua entrata nel Paese è stato intercettato dalla polizia e ai suoi polsi sono scattate le manette.

Voleva fare il foreign fighter - Si trova ancora in detenzione preventiva un uomo algerino, accusato dal Ministero pubblico della confederazione (MPC) di essere stato sostenitore e membro dell'organizzazione terroristica ISIS. Prima e durante il suo soggiorno in Svizzera avrebbe fatto proselitismo per lo Stato Islamico e avrebbe pianificato di compiere un attentato terroristico in Europa.

Stando a quanto comunicato da Berna, l'oggi 51enne nel 2017 avrebbe tentato di recarsi in Siria per combattere come foreign fighter nei ranghi del Califfato. «A seguito del fallimento di questo piano, nel 2020 e nel 2021 avrebbe lasciato la Turchia viaggiando come rifugiato verso l'Europa e raggiungendo la Svizzera nel dicembre 2021», spiega l'MPC.

La Francia nel mirino - «Secondo l'accusa, prima e dopo il suo arrivo in Svizzera avrebbe provato a mettersi in contatto con altri membri e sostenitori dell'ISIS in Europa e in particolare in Francia, e si sarebbe impegnato in attività a favore del gruppo terroristico. Il MPC gli contesta di aver pianificato un attentato terroristico a nome dell'ISIS in Europa, considerando la Francia come possibile obiettivo».

L'uomo era particolarmente attivo sui social, facendo propaganda per l'Isis su Facebook con una vera e propria operazione di radicalizzazione indirizzata a diverse persone, «mandando loro oltre 100 video, foto e messaggi inneggianti al gruppo terroristico allo scopo di convincerli ad aderire all'ideologia dell'ISIS o di rafforzare la loro dedizione a essa».

Quei video violenti sul telefonino - Sul cellulare dell'uomo, inoltre, sono state rinvenuti «diversi file in cui sono rappresentati immagini di cruda violenza» (verosimilmente decapitazioni, ndr.). Anche di questo dovrà rispondere davanti alla corte del Tribunale penale federale di Bellinzona.

Formalmente, il relativo procedimento è stato aperto dall'MPC nel marzo 2022. L'imputato è stato arrestato nel marzo 2022 ed è stato sottoposto a carcerazione preventiva fino alla fine del 2023, dopodiché ha scontato una pena anticipata fino al presente rinvio a giudizio.

L'imputato è accusato di violazione dell'articolo 2 della legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» nonché le organizzazioni associate, di partecipazione a un'organizzazione terroristica (art. 260ter CP) e di rappresentazioni di atti di cruda violenza (art. 135 CP).

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