Chiesti 11 anni e mezzo di carcere per un 28enne pedofilo del Sopraceneri, resosi colpevole di oltre 350 episodi di abusi sulla sorellastra.
LUGANO - «Ho abusato di lei a livello sessuale, ma anche della sua fiducia, perché io ero il suo fratello maggiore». È con queste parole che il 28enne del Sopraceneri oggi alla sbarra alle Assise criminali di Lugano ha ammesso di avere ripetutamente abusato sessualmente della sua sorellastra tra il 2017 e il 2023.
Gli episodi di abuso sono stati oltre 350, tutti ammessi dall'uomo, e sono iniziati quando la vittima era ancora bambina.
La pubblica accusa ha chiesto una pena di 11 anni e mezzo di carcere, più un trattamento ambulatoriale per la cura della pedofilia, mentre la difesa ha proposto cinque anni di detenzione e il trattamento ambulatoriale. La sentenza è attesa per le 16.30 odierne.
«È stata un'escalation» - «Quando mia sorella aveva otto anni c'è stato uno strusciamento, poi c'è stata una pausa e i toccamenti sono iniziati quando lei aveva dieci anni», ha spiegato l'imputato in aula. «È stata un'escalation, verso i suoi 12 anni è iniziato il sesso orale, e ai 14 anni ci sono stati i rapporti completi».
L'uomo ha ammesso le sue responsabilità, sostenendo però che quando la sorella rifiutava i rapporti lui non insisteva. «Nell'ultimo periodo capitava spesso che mi dicesse di no, mentre quando era piccola si fidava di me e probabilmente pensava che fosse normale. Ha iniziato a capire che era sbagliato, che si trattava di abusi sessuali veri e propri, quando aveva tra i 13 e i 14 anni, ed è a quel punto che ha avuto il coraggio di denunciarmi».
La parola è poi passata al procuratore pubblico Roberto Ruggeri. «L'imputato è un pedofilo. Questa è la conclusione alla quale è arrivata la perita psichiatrica, che in lui ha rilevato anche un disturbo misto narcisistico istrionico».
«Non è solo un pedofilo, ma un mostro» - Per la pubblica accusa il 28enne «non è solo un pedofilo, ma un mostro che ha anteposto il proprio egoismo e i propri istinti alla spensieratezza e alla naturalezza di una bambina, che ha subito i primi approcci sessuali all'età di otto anni». Questa bambina, ha sottolineato Ruggeri, «è stata per anni manipolata e soggiogata dal suo fratello maggiore, che l'ha ridotta al ruolo di schiava sessuale».
Gli atti sessuali «sono terminati solo grazie al di lei coraggio nel denunciare il proprio abusatore», ha evidenziato il procuratore. «L'ha detto l'imputato stesso in corso di inchiesta: "Non mi sono mai autodenunciato per un motivo, sono un codardo"».
350 episodi di abuso - Oggi il 28enne «deve rispondere di oltre 350 episodi di natura sessuale, che vanno dai toccamenti alla violenza carnale. Numeri e cifre raccapriccianti di atti commessi sfruttando il suo ruolo di fratello maggiore e facendo passare gli atti sessuali come un "giocare"».
L'uomo aveva collaudato uno specifico modus operandi: «Ha agito approfittando dei momenti in cui si trovava da solo con la sorellina, tra le mura di casa. I rapporti erano caratterizzati da un'inconsapevolezza della bambina, e l'imputato si imponeva usando minaccia e pressioni psicologiche».
«Lei era il suo giocattolo» - Il 28enne «ha annientato psicologicamente la vittima, utilizzandola come un giocattolo per raggiungere il suo soddisfacimento sessuale», ha insistito la pubblica accusa. «Ha agito ripetutamente, in modo malvagio ed egoistico, e la colpa oggettiva e soggettiva sono di un'inclassificabile gravità». A suo favore «va solo il fatto che è incensurato. La perita psichiatrica ha inoltre ravvisato che la sua turba sessuale non è incurabile». Per questo la pubblica accusa ha chiesto una condanna a 11 anni e mezzo di carcere.
L'avvocato Demetra Giovanettina, che rappresenta la vittima, ha sottolineato dal canto suo che a causa dei ripetuti abusi la giovane ha subito un trauma profondo, ed ha chiesto un risarcimento per torto morale di 30'000 franchi.
«Si è assunto le sue responsabilità» - La difesa, rappresentata dall'avvocato Carolina Lamorgese, si è infine battuta per una pena decisamente più contenuta: cinque anni di carcere. «Il mio cliente si è assunto integralmente le proprie responsabilità fin dal primo giorno dell'arresto. Va inoltre osservato che ha in seguito avuto un crollo psicologico che l'ha portato addirittura a pensare al suicidio».
«Non c'è stata coercizione» - Lamorgese ha poi sottolineato che nell'agire del 28enne «non c'è stata coercizione e la vittima non si opponeva attivamente, perciò nella sua mente disturbata la sorella diceva "sì"». Per questo, per la difesa, l'accusa di coazione sessuale ripetuta dovrebbe cadere.
Gli abusi «non sono inoltre iniziati con premeditazione, ma quasi per caso. Non vi è stata sopraffazione fisica né tantomeno psicologica», ha aggiunto l'avvocato.
Il 28enne «è una persona onesta e corretta. In corso di inchiesta è sempre stato trasparente e collaborativo e si è preoccupato per lo stato di salute della sorella», ha concluso la difesa.
«Voglio farmi curare» - «Chiedo scusa per il dolore che ho causato a mia sorella e per averla raggirata tutti questi anni. Voglio farmi curare e voglio pagare per quello che ho fatto», ha detto il 28enne al termine del dibattimento.