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CANTONE«I risultati dell'autopsia non arrivano. E noi non riusciamo a metterci il cuore in pace»

04.09.24 - 06:30
Parla una giovane il cui padre è deceduto, per cause ancora ignote, ormai quasi nove mesi fa.
Deposit/Cantone Ticino
L'Istituto di medicina legale di Bellinzona
L'Istituto di medicina legale di Bellinzona
«I risultati dell'autopsia non arrivano. E noi non riusciamo a metterci il cuore in pace»
Parla una giovane il cui padre è deceduto, per cause ancora ignote, ormai quasi nove mesi fa.
«L’attività dell’Istituto di medicina legale ha subito dei ritardi», ci viene spiegato.

BELLINZONA - «È stata una morte improvvisa, e aveva solo 62 anni. Abbiamo bisogno di sapere per andare avanti». È quanto riferisce a Tio/20Minuti A., una giovane che da quasi nove mesi, insieme alle sue sorelle, attende invano i risultati dell'autopsia di suo padre. 

«Mio papà è stato trovato morto a casa sua l'11 dicembre, ma è stato stimato che fosse deceduto già dall'8», spiega. «Gli inquirenti hanno subito escluso la morte naturale e hanno disposto un'autopsia. Mi avevano detto che si trattava di un caso semplice e che i risultati sarebbero arrivati entro quattro-sei mesi. Invece stiamo ancora aspettando».

«Chissà quante famiglie come la nostra» - E mentre il tempo passa, la sofferenza non fa che crescere. «Non riusciamo a metterci il cuore in pace. Siamo in tre sorelle, e in questi ultimi mesi, a turno, abbiamo più volte sollecitato sia la pretura che la polizia, ma non sempre siamo state trattate bene. E l’unica risposta che abbiamo ottenuto è stata “Ci sono ritardi, c’è troppo lavoro”». 

Il sospetto, dunque, è che questo caso non sia un unicum: «Chissà quante famiglie ci sono come la nostra». 

Ipotesi e sospetti - Le figlie, intanto, vagliano ogni possibilità. «Quello che temiamo è che a causare la morte di nostro padre possa essere stata un'overdose, volontaria o involontaria. È un'ipotesi, perché quando era giovane faceva uso di droghe e, visto che non stava passando un bel periodo, potrebbe esserci ricaduto». E dallo sconforto nascono brutti pensieri: «La sensazione che a volte abbiamo avuto, nel rapportarci con chi si sta occupando del caso di mio padre, è stata quella di aver ricevuto determinate risposte perché forse queste persone pensano “Ma sì, era un tossicodipendente”». 

Tio/20Minuti ha quindi deciso di indagare. 

«Noi sollecitiamo» - «Senza entrare nel merito di casi specifici, possiamo dire che, come da disposizioni del Codice di procedura penale, di fronte a una morte non chiara, il pubblico ministero dispone immediatamente i necessari approfondimenti e, se vi sono i presupposti, un’autopsia da parte di un Istituto di medicina legale», ci viene detto dal Ministero pubblico. «Come per tutti i mandati peritali, qualora il referto tardi ad arrivare, viene inviato un sollecito così da disporre prima possibile degli atti richiesti». 

Abbiamo quindi contattato l’Istituto di medicina legale di Bellinzona, nato il 1° gennaio scorso dopo il passaggio di testimone dall'Ufficio delle scienze forensi.

«L'attività ha subito dei ritardi» - «L’Istituto di medicina legale si occupa non solo di persone decedute, ma anche di persone viventi, attività questa con numeri estremamente importanti», spiega Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia. «I risultati di un’autopsia, ritenendo il carico di lavoro, la disponibilità dei medici e le priorità definite dalle inchieste, arrivano in un tempo stimabile in sei mesi». 

«Negli ultimi mesi», però, «l’attività nel post mortem ha subito dei ritardi a causa di urgenze derivanti da inchieste importanti e prioritarie e, di recente, anche a causa degli accadimenti in Vallemaggia». Questi avvenimenti, viene precisato, «hanno bloccato l’attività dei medici per diverse settimane».

I rinforzi - Andreotti sottolinea comunque che dal 1° giugno scorso presso l’Istituto di medicina legale è entrato in funzione un quarto medico, «il che permetterà di tornare agli auspicati sei mesi necessari per le valutazioni peritali». 

«Comprendiamo le persone vicine al deceduto» - Dal canto suo, la direttrice dell'Istituto di medicina legale Rosa Maria Martinez indica che «comprende bene ed è sensibile al bisogno delle persone vicine alla persona deceduta», precisando che «è usuale che, non appena autorizzati dal procuratore pubblico, i medici legali diano sempre tutte le informazioni richieste dalle persone vicine alla persona deceduta, e lo faranno anche in questo caso».

Considerato che i ritardi sono generalizzati vi saranno in ogni caso altre famiglie in attesa di risposte. L’Istituto di medicina legale non intende però rilasciare, almeno per il momento, dati relativi a casistiche simili: «Ogni caso ha le sue specificità. E, partendo dal presupposto che l’Istituto è attivo dal 1° gennaio 2024, potremo fare un bilancio sulle tempistiche di consegna dei rapporti peritali solo dopo il primo anno di attività», ci dice Andreotti. 

Fermi al palo - Non è chiaro, infine, quanto ancora dovranno attendere i cari del 62enne per ottenere i risultati dell’autopsia. «Questa indicazione non può essere fornita da parte dei periti, anche perché la competenza ad autorizzare il rilascio delle informazioni è del procuratore pubblico, che dirige il procedimento».

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COMMENTI
 

OrsoTI 1 sett fa su tio
Ma ci rendiamo conto? Non ci dobbiamo più permettere di pendere in giro gli altri paesi:) noi stiamo messi Peggio. Sarebbe interessante se siamo solo noi in ticino oppure il Problema è a livello svizzero. Che vergogna

The Joker 1 sett fa su tio
a fronte di alcuni impiegati cantonali che hanno come unica attività giornaliera chiudere una busta (esagero, ma non molto) ne conosco qualcuno che con il carico di lavoro che ha e la mancanza di personale sufficiente a gestirlo, non fa nemmeno la pausa caffè. Si pensi alla difficoltà che possano avere incontrato in quell'ufficio ad assumere una persona in più, visto che per volontà popolare (vero Entity1 ?) si cerca di diminuire indiscriminatamente il tanto odiato dipendente pubblico.... Ricordo a qualcuno che anche infermieri, polizia ed altri enti che vorremmo fossero presenti in pochi secondi quando ne abbiamo bisogno, sono dipendenti pubblici e con questo andazzo saranno sempre meno a fronte di sempre più richieste. Non lamentiamoci di situazioni che abbiamo voluto noi.

Pagno 1 sett fa su tio
Stiamo diventando come i nostri amici dall'altra parte del confine? Quindi si può capire come I nostri fratelli confederati ci vedono.

Entity1 1 sett fa su tio
Risposta a Pagno
In ogni uffico le tempistiche sono da ma chi se ne frega che bello..

pag 1 sett fa su tio
Risposta a Pagno
dall'altra parte del confine l'autopsia si ottiene molto velocememte, quindi invece di guardare in casa d'altri direi di preoccuparci dei nostri problemi
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