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LUGANOC'è un manipolo di giovani che esaspera via Industria

16.09.24 - 06:30
Fuochi d’artificio alle due di notte, vetri rotti, schiamazzi: tra chi ridimensiona il fenomeno e chi non ne può più.
TiPress
C'è un manipolo di giovani che esaspera via Industria
Fuochi d’artificio alle due di notte, vetri rotti, schiamazzi: tra chi ridimensiona il fenomeno e chi non ne può più.

PREGASSONA - C’è chi ridimensiona il fenomeno e chi invece ormai non ne può più. Ma una cosa è certa: qualcosa non va in via Industria, a Pregassona. Fuochi d’artificio alle due di notte, vetri rotti, schiamazzi, auto danneggiate e spazzatura ovunque. La questione è però delicata. Il quartiere, con un passato difficile, è stato spesso stigmatizzato ingiustamente.

Qualcosa è cambiato? - Tuttavia i residenti sono stanchi di sopportare una situazione che, negli ultimi due anni, sembra degenerata. Chi abita in via Industria non parla volentieri e chi lo fa ci prega di assicurare il massimo riserbo. Assieme a Marco Imperadore, presidente dell’associazione Amélie e membro della commissione quartiere, facciamo un giro tra i palazzi. «Qui, ai bordi della strada, qualche giorno fa hanno appiccato un fuoco in piena notte». 

La domanda sorge spontanea: come valutare il fenomeno? Si tratta della semplice insofferenza di qualche residente verso i più giovani? Il rancore di chi non riesce a dormire la notte per gli schiamazzi? Forse, ma non è l’impressione che abbiamo avuto percorrendo le vie del quartiere. «Eccoli, sono loro», ci racconta una donna che abita in zona. Un’occhiata veloce, nessun cenno evidente per evitare di attirare l’attenzione del gruppo di ragazzini che ci viene incontro. «Sono già stata minacciata una volta. Non voglio che accada di nuovo». 

Tra vandalismi e atti intimidatori - Ma arriviamo al nocciolo della questione. È appropriato usare il termine "gang"? «Assolutamente, pensano di comandare», ci racconta una signora. Tutto si svolge in un luogo preciso: un edificio rosa in via Industria, vicino al "grattacielo" famoso per i fatti di cronaca del 2016, quando la Polizia cantonale organizzò una retata. In quattro giorni furono controllate oltre 160 persone. 

Qui i ragazzi, una decina in tutto, la fanno da padrone. «L'hanno trasformato nel loro quartier generale. Da lì conducono tutte le loro attività: spaccio, vandalismi, spaccate». Secondo nostre informazioni i proprietari dell’edificio non hanno più intenzione di spendere un franco prima dei lavori di ristrutturazione. E quindi nel frattempo i ragazzi hanno tutta la libertà di scorrazzare indisturbati.

«Qualcuno deve intervenire» - Sul banco degli imputati anche la Polizia. «Non interviene sempre. Anzi, di solito passano, non scendono neppure dall’auto e se ne vanno». E qui si arriva a un altro punto importante. Il gruppo di ragazzi non è certo sconosciuto alle forze dell’ordine. «Sanno chi sono, ogni tanto controllano le carte d’identità, ma poi non cambia niente. Ci vuole una presenza maggiore. O qualcuno prende una decisione, oppure la situazione è destinata a degenerare».

Purtroppo, gli episodi di violenza non sono rari. «La scorsa notte, un pallone è finito al quarto piano di un palazzo. Per riaverlo, hanno suonato a tutti i campanelli, minacciando gli inquilini. La signora dell'appartamento si è spaventata e si è chiusa in casa».

Un altro palazzo è stato invece preso di mira. «Ogni giorno rompono le finestre di un piano più alto. Il vetro costa 2mila franchi e l'assicurazione non rimborsa perché gli inquilini hanno la franchigia alta. Settimana scorsa hanno nascosto la droga in una siepe e il portinaio ha dovuto chiamare le forze dell’ordine». I residenti non staranno però con le mani in mano. «Stiamo raccogliendo firme per presentare un reclamo al comune».

L'immenso lavoro dell'Associazione Amélie - Una situazione delicata che non toglie però l'importante lavoro svolto dall’associazione Amélie e l’impegno di riqualifica della città durante gli ultimi anni. Il quartiere è vivo. Le attività sociali si moltiplicano, in particolar modo durante la bella stagione: concerti, ritrovi e spettacoli. 

Il parco accoglie ogni giorno decine di famiglie e bambini. Nei campi da calcio e basket, costruiti dalla città, si alterna una partita dopo l’altra. «La Città di Lugano ha fatto un grande sforzo per rinnovare il Parco Giochi e grazie a questo è considerato uno dei più attrattivi oltre che una "piazza", dove famiglie e giovani si incontrano», ci spiega Marco Imperadore. «L'inclusione e la socialità del quartiere deve tanto all’impegno che tutti i nostri volontari e collaboratori riservano, danno anima e cuore per i nostri utenti». 

Famiglie, bambini, anziani, richiedenti l’asilo e persone bisognose hanno "approfittato" delle offerte di attività e corsi gratuiti dell’associazione. Il centro è stato ristrutturato e ampliato recentemente in occasione del rientro dopo l’estate. «La nostra missione è creare un ambiente accogliente e solidale, dove ogni individuo possa trovare supporto, opportunità di crescita e connessione con gli altri. Guardiamo al futuro con ottimismo: nei prossimi anni, Amélie si propone di ampliare le sue attività, includendo nuove proposte. Se non ci fosse stata Amélie: cosa sarebbe stato del quartiere, delle famiglie e dei molti giovani?».

«Non tutti i ragazzi del quartiere si comportano in modo inappropriato» - Come detto, la città è a conoscenza dei problemi della zona. «Sono situazioni spiacevoli legate ad alcuni individui che si comportano in modo davvero irrispettoso», conferma la municipale di Lugano, Karin Valenzano Rossi. «Abbiamo dovuto modificare gli orari d’accesso per evitare che il campo di calcio venisse usato in modo inappropriato». Se prima veniva chiuso alle 23, ora alle 20 scatta già la serratura. «La mattina, si trovava un'enorme quantità di rifiuti sul terreno».

Secondo la responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani, il problema è serio. «Le pattuglie passano regolarmente. Negli anni ci sono state segnalate diverse situazioni di disagio giovanile significative». Eppure questo non accade solo in via Industria, «non è giusto stigmatizzare il quartiere». «Non penso si debba generalizzare, per fortuna non tutti i ragazzi compiono atti fuori dalle righe. Solo alcuni creano problemi. Non mi risulta un’escalation significativa negli ultimi mesi in via Industria anche se con la bella stagione c'è un peggioramento della situazione. Oltre alla polizia Comunale però interviene direttamente anche la Polizia Cantonale. Il problema esiste e va affrontato. Come il crescente disagio giovanile che si scontra con una tolleranza sempre minore da parte di una società che non sa insegnare i limiti e non offre più spazi per i giovani». 

E se la magistrata dei minorenni Fabiola Gnesa ci conferma che «non sono stati aperti dei procedimenti penali nei confronti di minori per i fatti avvenuti a Pregassona in via Industria», la Polizia cantonale ammette di aver ricevuto recentemente alcune segnalazioni per degli episodi di danneggiamento. «Come da prassi in casi del genere, se viene sporta querela da parte delle vittime del reato, vengono eseguite indagini atte a identificare gli autori. Questo in collaborazione anche con le polizie comunali (nel caso specifico di Pregassona, con la Polizia Città di Lugano)». L'invito è quello di segnalare ogni eventuale problematica o movimento sospetto al 117.

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