In secondo grado l’imputato si era visto inasprire la pena a nove anni di carcere.
GORDOLA - I fatti risalgono al 22 aprile del 2017 quando un giovane, alla discoteca “Rotonda” di Gordola, provocò la morte di un 44enne del Mendrisiotto.
Oggi, dopo sette anni dall'accaduto, come riportato dalla RSI, il Tribunale federale ha parzialmente accolto il ricorso presentato dai legali dell'accusato.
Si torna dunque alla Corte di appello e di revisione penale (CARP), che dovrà concentrarsi sulla “superperizia” medica disposta dalla stessa CARP che l’aveva poi definita inutilizzabile.
«L’uomo – conclude il rapporto – sarebbe deceduto per cause naturali. La dissezione della sua arteria vertebrale sinistra andrebbe ricondotta cioè a un’alterazione patologica del vaso. E non al pugno sferratogli alla nuca dall’allora 21enne mentre si apprestava a uscire dal locale».
In secondo grado l’imputato si era visto inasprire la pena: nove anni di carcere, anziché i cinque inflitti alle Assise Criminali per il reato – meno grave – di omicidio colposo.