La polizia ai cittadini: «Non lasciatevi abbindolare da questi "falsi poveri"»
LUGANO - Mancano pochi giorni al Natale e, tra un negozio e l'altro, capita di incontrare persone che si avvicinano per richiedere soldi. Si tratta del fenomeno dell'accattonaggio che, in concomitanza del periodo, diventa più frequente anche tra le vie del centro di Lugano. Un fatto portato alla ribalta sui social network: in questi giorni sono diversi i video condivisi in cui viene denunciata la situazione. Tra i commenti qualcuno lamenta che episodi simili siano all'ordine del giorno: «Sta succedendo sempre più spesso - scrive un utente - Ti fermano per chiedere soldi o cibo…. E se ne approfittano pure! Non so fino a che punto ne abbiano davvero bisogno». E ancora: «Sono stato fermato in centro (Lugano) da un ragazzo che diceva di avere fame e di voler un panino. Poi a una certa non lo voleva più, ma chiedeva soldi».
Fenomeno ciclico - Interpellata, la Polizia della Città di Lugano ha spiegato che in città «l’accattonaggio c'è da sempre» e che si tratta di «un fenomeno ciclico: a periodi di maggior frequenza si alternano a momenti di totale assenza». Si assiste inoltre a un grande ricambio di persone. «Dopo un certo periodo di tempo e dopo un aver ricevuto un numero non precisato di contravvenzioni, gli accattoni tendono a spostarsi».
Stando a «controlli e registrazioni sulle pratiche», si tratta principalmente «di persone di etnia rumena che, giornalmente, si spostano dalla fascia di confine in Ticino per procacciarsi un provento. Come se fosse una professione».
L'aiuto è un incentivo - Cosa fare allora in queste situazioni? «Come ribadito già in passato, anche grazie alle campagne messe in atto, i cittadini che si lasciano abbindolare da questi “falsi poveri” sono anche quelli che permettono al fenomeno dell’accattonaggio di attecchire in un dato luogo. Queste persone approfittano unicamente del cittadino buonista e dell’iter legislativo che favorisce la non punibilità delle persone residenti all’estero». L'unica soluzione, dunque, rimane quella di non dar loro retta e piuttosto chiamare la polizia. «Interveniamo sia con controlli specifici sia su chiamata. Dopo aver effettuato i controlli di rito, se si riscontra l’infrazione alla Legge sull’ordine pubblico, si procede con la proposta di contravvenzione».
Tengono infine a rassicurare: complessivamente «non si sta assistendo a un aumento delle persone in difficoltà, come i classici clochard che si denotano in altre città svizzere. Tantomeno a un aumento del fenomeno dell'accattonaggio rispetto agli scorsi anni».