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L'emendamento che raddoppia la tassa sulla salute

Documento del Governo italiano: «Il contributo richiesto dalla Regione può essere raddoppiato in caso di omesso pagamento o comunicazione»
Ti-Press (archivio)
L'emendamento che raddoppia la tassa sulla salute
Documento del Governo italiano: «Il contributo richiesto dalla Regione può essere raddoppiato in caso di omesso pagamento o comunicazione»

ROMA / BELLINZONA - Si "arricchisce" di un altro tassello la complicata vicenda della tassa sulla salute per i cosiddetti vecchi frontalieri.

L'emendamento - Sulla carta, lo ricordiamo, il contributo dovrebbe essere non superiore ai 200 euro al mese e dovrebbe entrare in vigore a inizio dell'anno prossimo (anche se ormai il tempo stringe). Nella seduta del 13 dicembre, il Governo italiano ha però presentato un emendamento alla legge di bilancio 2025. Nello specifico, per quanto riguarda «la compartecipazione al sistema sanitario nazionale» dei "vecchi frontalieri", in sostituzione «dell'importo massimo», l’esecutivo mette nero su bianco «l’introduzione di un diverso criterio» in base al quale il contributo «richiesto dalla Regione può essere raddoppiato in caso di omesso pagamento o comunicazione».

Le prime reazioni - I consiglieri regionali del Partito democratico Angelo Orsenigo e Samuele Astuti hanno presentato un ordine del giorno «per chiedere a Regione Lombardia di opporsi a modifiche normative che penalizzano i comuni di confine e di ribadire gli impegni assunti in precedenza sul tema delle risorse derivanti dal lavoro frontaliero in Svizzera».

«L'emendamento raddoppia il prelievo» - I dem puntano il dito contro «la tassa sanitaria per i 'vecchi frontalieri'», una «misura iniqua su cui il governo insiste, presentando un emendamento alla legge di Bilancio 2025 che, per l’impossibilità di avere dalla Svizzera i nominativi di questi lavoratori, minaccia di raddoppiare il prelievo fino a 400 euro mensili, qualora non si dichiarino». E ancora: «L’accordo del 2020 ha mantenuto per i vecchi frontalieri il sistema dell’imposizione unica in Svizzera e non prevede che le autorità elvetiche ne forniscano i nominativi all’Italia. Ora si vorrebbe che fossero loro ad autodenunciarsi all’assessore Bertolaso per dare alla sanità lombarda le risorse che il governo non fornisce».

«Sopprimete la norma» - Per i due consiglieri regionali «questa imposizione – sottolineano Astuti e Orsenigo – è in contrasto con l’accordo italo-svizzero del 2020, e rappresenta un aggravio ingiustificato per i lavoratori e i comuni. Chiediamo innanzitutto che questa norma venga soppressa e che la Regione esprima con forza il proprio dissenso».

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