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Quando l'ex compagno si trasforma in uno stalker: «È completamente fuori controllo»

Chiesti tre anni e mezzo di carcere per un 62enne residente in Leventina. Tentò di dar fuoco alla casa della sua ex partner.
Deposit (simbolica)
Quando l'ex compagno si trasforma in uno stalker: «È completamente fuori controllo»
Chiesti tre anni e mezzo di carcere per un 62enne residente in Leventina. Tentò di dar fuoco alla casa della sua ex partner.

LUGANO - «Questa sera in televisione ho visto il caso del marito che ha ucciso la moglie al supermercato. Finirà così anche per me, anche se non è mia moglie la b******a. Più sarò in carcere più sarà peggio, perché quella b******a deve pagare». È questo lo scritto inviato al Ministero pubblico, lo scorso ottobre, dallo stalker oggi a processo alle Assise criminali di Lugano.

L'uomo, un 62enne italiano residente in Leventina da oltre 30 anni, avrebbe perseguitato la sua ex compagna per circa tre anni, arrivando persino ad appiccare un incendio nel giardino della sua abitazione.

Oggi l'imputato viene giudicato per i reati da lui commessi tra giugno e agosto 2024. Aveva infatti già precedenti per episodi di minacce e stalking nei confronti della vittima, e ha ripetutamente violato il divieto di avvicinamento decretato nei suoi confronti, a novembre 2023, dalla pretura.

La pubblica accusa ha quindi chiesto una pena di tre anni e mezzo di carcere, più l'espulsione dalla Svizzera per sette anni, 1'200 franchi di pena pecuniaria e 1'000 franchi di multa.

«Viveva nella paura? Affari suoi» - «I rapporti si sono rovinati perché lei è uscita con i suoi amici omosessuali», ha dichiarato il 62enne in aula, ammettendo che la relazione (durata 12 anni) è finita in maniera burrascosa, dopo che lui si è infuriato perché lei aveva trascorso la giornata in un parco acquatico con suo figlio e un amico omosessuale.

L'uomo nega però sia di aver appiccato l'incendio, «l'avrà appiccato lei o avrà pagato qualcuno per farlo», sia di aver inviato alla donna biglietti contenenti gravi minacce.

«Vuole prendere posizione rispetto al fatto che la vittima ha dichiarato che viveva nella paura, tanto da aver modificato le sue abitudini di vita?», gli ha chiesto dunque il giudice Amos Pagnamenta. «Affari suoi», ha replicato lui.

«Voleva vendicarsi» - La parola è quindi passata alla pubblica accusa. «L'imputato ha agito per rabbia, al puro scopo di vendicarsi dell'ex compagna, solo perché ha preferito altre frequentazioni a lui. Con il suo agire ha sconvolto la vita della vittima, e a nulla sono valse le precedenti condanne e carcerazioni», ha detto la procuratrice pubblica Veronica Lipari. «È completamente fuori controllo e insulta e minaccia di morte chiunque gli dia fastidio. Il perito psichiatrico ha inoltre rilevato un fondato rischio di recidiva, e questo preoccupa, e non poco».

I reati commessi dal 62enne ai danni della denunciante «sono un'infinità», ha continuato la procuratrice. «È stato capace di commettere uno dei reati più gravi del nostro codice penale, appiccando il fuoco alla catasta di legna situata fuori dalla casa della vittima. E l'escalation di gravità non lascia ben sperare per il futuro».

Tragedia sfiorata - Lipari ha quindi sottolineato che il rogo è divampato intorno alle 4 del mattino e che solo grazie alla fortuna la vittima, in preda alla paura, era sveglia. «Va detto, poi, che tra la casa e la catasta di legna c'era della vegetazione. La chiamata ai soccorsi ha quindi permesso di scongiurare il peggio».

E sull'identità dell'autore non vi sarebbero dubbi. «Nei filmati della videosorveglianza si vede il responsabile scappare via, e la sua corporatura ricorda molto quella dell'imputato, che non è proprio tra le più comuni». La sera precedente ai fatti il 62enne avrebbe inoltre lanciato dei sassi contro l'abitazione della donna e gridato insulti all'indirizzo del fratello.

Ad allarmare, peraltro, è il fatto che nell'uomo «non vi è ombra, nemmeno la più piccola, di assunzione di responsabilità».

Per far comprendere fino a che punto la vittima vivesse nella paura, la pubblica accusa ha infine citato alcune dichiarazioni da lei rese in corso di inchiesta: «Ancora adesso mi sveglio tre o quattro volte a notte, ho perso tutti i denti. Solo per farvi capire come vivo: ho nascosto per casa delle bombolette di spray al pepe e dei coltelli. Cosa devo fare? Gli devo dire "ammazzami" così almeno rimarrà dentro più a lungo?».

«Pericolosa mentalità maschilista» - «L'imputato agiva seguendo una pericolosa mentalità maschilista e facendo uso di violenza fisica e psichica nei confronti della vittima», ha detto dal canto suo la rappresentante legale della donna, l'avvocato Corinne Koller Baiardi. «Se verrà rilasciato vi è inoltre il rischio che metta in atto le sue minacce», ha concluso.

A prendere la parola, questo pomeriggio, sarà la difesa.

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