Bignasca resta un candidato elettorale: dopo il polverone, l’analisi del politologo Andrea Pilotti
LUGANO – Sta assumendo contorni imbarazzanti il dibattito attorno alla presenza sulla lista elettorale luganese del defunto Giuliano Bignasca, ex presidente della Lega dei ticinesi. Da una parte chi ha voluto fare un gesto simbolico, non cancellando il nome del Nano. Dall’altra, invece, chi sta facendo polemica. Fondamentalmente la questione sulla presenza in lista di Bignasca è ancora irrisolta dal punto di vista giuridico. “E proprio per questo – spiega Andrea Pilotti, politologo presso l’Università di Losanna – si presta più facilmente a diventare un terreno di scontro elettorale”.
La discussione è scoppiata poco dopo la morte del Nano. In particolare quando alcuni leghisti hanno annunciato la volontà di non rimuovere il suo nome dalla lista. “Un fatto del genere – dice Pilotti – può dare adito a discussioni anche animate, a maggior ragione se la posta in palio è alta. Gli attori politici vi vedono un'opportunità per profilarsi maggiormente. Non bisogna dimenticare che le elezioni di Lugano sono vissute da molti come evento di valenza cantonale”.
Le speculazioni sono dunque parecchie. A tal punto che una questione marginale sta diventando enorme. “Ma la situazione non mi sorprende. La questione riguarda le sorti elettorali di una delle maggiori liste e il nome di colui che è stato fino alla scorsa settimana il presidente a vita del partito di maggioranza relativa sul piano cantonale. Le emozioni appartengono a qualsiasi campagna elettorale, a maggior ragione questo vale a Lugano dove assistiamo a una forte emozione suscitata dalla morte di Bignasca. La campagna per di più si svolge nella città che alcuni definiscono un semi-cantone".